Dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise:
La Procura Generale presso la Corte dei Conti ha notificato all’Ente Parco la sentenza pronunciata dalla Sezione I Centrale della medesima Corte ai fini del recupero delle somme a titolo di risarcimento. Si tratta della sentenza n 482/2015 del 14/9/2015 resa dalla Sezione I Centrale della Corte Conti sull’appello proposto dal Sig Franco Tassi avverso la sentenza n 2/2014 della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Abruzzo.
La Corte dei Conti in primo grado aveva condannato l’ex direttore del Parco a risarcire l’Ente per 20.000 euro a causa del danno d’immagine causato al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise a seguito della condanna penale definitiva a 2 anni per peculato, pronunciata dalla Corte d’Appello dell’Aquila nel 2010.
Il collegio giudicante in appello ha confermato la condanna, ritenendo che sussistessero i criteri correttamente applicati dal primo giudice “quali, la particolare qualifica apicale posseduta dall’interessato, al momento della commissione dell’illecito; il notevole grado di disvalore sociale, connesso al delitto di peculato, che fu agevolato dalla totale confusione dei conti dell’Ente Parco; il riflesso negativo sui cittadini-utenti della disinvoltura con cui si utilizza il denaro pubblico, che ingenera – inevitabilmente – la convinzione dell’insensibilità e superficialità degli Organi apicali delle Istituzioni all’uso del denaro pubblico medesimo.” Ha, tuttavia, rideterminato l’entità del danno all’immagine nella misura di 10.000 euro, considerando la circostanza della “limitata rilevanza di diffusione dei media”.
Come dire: il danno c’è, ma è limitato perché ne hanno parlato poco i giornali.