Riceviamo e pubblichiamo:
“La violenza non è di questa terra. Ci stanno paragonando ad una scena del film Gomorra. Parlano di noi come di un popolo omertoso riconducibile alla Sicilia negli anni della guerra di mafia.
Alatri, il cuore della Ciociaria, in queste ore è sotto processo dall’Italia intera. Non è giusto crocifiggere una intera comunità per un branco di criminali. La nostra è una terra bellissima e la violenza non le appartiene.
Chi ha ucciso Emanuele merita la pena più dura ma non è giusto massacrare un territorio che ha la solo colpa di aver perso un figlio.
Bisogna, invece, interrogarsi su come sia stato possibile che l’assassino, noto alle forze dell’ordine per diversi reati, sia tornato in libertà il giorno prima di commettere questo atroce delitto. Solo dopo meno di 24 ore ha dato man forte ad un branco di bestie per far morire un ragazzo innocente. Un ragazzo di soli 20 anni.
Qual è stata la sua rieducazione, se già subito dopo il pestaggio è anche andato vantandosene con degli sconosciuti nel locale dove era corso a festeggiare?
Queste persone non hanno la concezione della “seconda opportunità” e non sono in grado di cambiare quelle che sono le loro criminali abitudini di vita.
L’unica rieducazione possibile è il carcere duro, il buio, l’isolamento, che faccia ben comprendere ha quale buio hanno costretto una famiglia ed una intera città con le loro atroci azioni.
Adesso, Cari Giudici, smuovete le vostre coscienze, non abbiate paura di pronunciare la parola ergastolo e fate scontare a questo balordo tutto il male che ha fatto alla nostra società.”
Queste le dichiarazioni di Cinzia Pellegrino, Coordinatore Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di Fdi-AN – e Martina Sperduti – Referente del Dipartimento per la provincia di Frosinone – sul tragico assassinio di Emanuele Morganti