di Gianni Fabrizio
Il territorio della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo tradizionalmente manifesta la devozione popolare verso la Madonna di Loreto, partecipando, con un gran numero di fedeli, al pellegrinaggio dei giorni della festa della Natività di Maria, il sette e l’otto settembre. È un’antica e sentita consuetudine che accomuna migliaia di persone di ogni zona pastorale della Diocesi. Sono anni ed anni che proprio in questi giorni specifici di settembre il dialetto maggiormente presente, parlato e riconosciuto a Loreto, è il “nostro”, fin da quando partivano i treni speciali, organizzati dall’ Azione Cattolica. Un omaggio dei nostri “Paesi”, molto sentito, rivolto solo alla “Vergine Bruna”, nel ricordo ed in memoria anche delle persone di tante generazioni , che andavano a Loreto, con mezzi di fortuna, spesso a piedi, indossando il caratteristico costume ben curato, ricamato ed originale. Attraverso una accorata lettera alla comunità diocesana, il vescovo Gerardo ha invitato i fedeli ad alimentare questo amore verso la Madonna di Loreto.”Carissimi, tra i diversi pellegrinaggi mariani, che la nostra Diocesi favorisce, ha scritto il vescovo Gerardo, quello che si svolge ininterrottamente dal 1656 presso il santuario della “Santa Casa” resta senza dubbio una tradizione spirituale che unisce in modo del tutto speciale il nostro territorio con il culto alla Madonna di Loreto. Nel 1654 lo Stato di Sora fu devastato da un violentissimo terremoto, che produsse ingenti danni. Non si era ancora spenta I’eco di tanta tragedia, che una tenibile pestilenza nel 1656 viene a desolare il Regno di Napoli nelle cui province perirono ben 624.630 persone. Il temuto contagio si avvicinava anche al Ducato di Sora. Il duca, Ugo Boncompagni, devoto della Madonna di Loreto, pensò ad un voto consistente nella promessa di donare alla “Santa Casa” una lampada d’argento con il corredo d’olio necessario a farla ardere continuamente, se il contagio avesse risparmiato il Ducato. Tutto il feudo rimase immune dal tenibile flagello. Il duca Ugo Boncompagni con i suoi sudditi prontamente adempì il voto: donò al Santuario di Loreto una lampada d’argento (poi trafugata dai soldati di Napoleone nel 1797) che avrebbe mantenuta accesa a sue spese, con il contributo anche dei suoi cittadini. Nel 2001 la Diocesi,continua il Vescovo, decise di offrire al santuario di Loreto due lampade in argento puro, dal peso complessivo di kg 17.00, alla presenza del vescovo mons. Luca Brandolini, del sindaco di Sora e dei Comuni dell’antico Ducato di Sora, del Nunzio apostolico mons. Paolo Romeo, di mons. Angelo Comastri, Arcivescovo-Delegato Pontificio di Loreto. Il voto dell’antico Ducato diventa oggi voto e devozione dell’intera diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Invito a partecipare a questa meravigliosa tradizione spirituale, per continuare ad esprimere in modo corale la gratitudine e la devozione alla Madonna di Loreto. Il santuario della “santa Casa” nella ricorrenza annuale della festa della Natività di Maria viene “affidato” alla nostra diocesi, la quale nel pomeriggio del 7 settembre per antico privilegio celebra nel santuario il solenne canto del Vespro, presieduto dal Vescovo diocesano, il quale subito dopo guida la processione con la statua della Madonna lungo le strade di Loreto, e al rientro della processione detta la meditazione mariana sul grande piazzale del santuario. Per poi celebrare il giorno dopo, 8 settembre, la santa Messa che chiude il pellegrinaggio comunitario. Quest’ano, ha concluso il vescovo Gerardo, parteciperanno anche le due sottosezioni dell’Unitalsi diocesana: questo ci permette di esprimere la dimensione diocesana in una maniera ancora più completa e più visibile”. Per la partecipazione al pellegrinaggio ed ulteriori informazioni tecniche è bene rivolgersi all’Opera diocesana pellegrinaggi, presso la sede di Sora, al sig. Giorgio Marcelli o di Cassino, a mons. Mimmo Simeone. Sì, il pellegrinaggio a Loreto rappresenta con efficacia una tradizione che continua, che ha fatto storia e che fra le nostre popolazioni, suscita ed evoca emozioni, memorie, fede e grande devozione alla Madonna di Loreto.