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ORE 10.04, SCOSSA DI TERREMOTO DI MAGNITUDO 2.2. E LA PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE METTE IN GUARDIA SULLA IMPREVEDIBILITA’ DEGLI EVENTI SISMICI

Una scossa di terremoto di magnitudo 2.2 si è verificata questa mattina in un’area compresa tra l’Abruzzo e la Ciociaria. Il sisma si è verificato alle ore 10.04 nel distretto sismico della Marsica, a una profondità di 8,4 chilometri. L’epicentro è stato registrato in provincia dell’Aquila tra i comuni di Barrea, Civitella Alfedena, Opi e Villetta Barrea.

Nell’adiacente territorio ciociaro, invece, stati interessati i comuni di Alvito, Atina, Settefrati, Gallinaro, Picinisco, San Biagio Saracinesco e Villa Latina. L’epicentro è stato registrato in provincia dell’Aquila tra i comuni di Barrea, Civitella Alfedena, Opi e Villetta Barrea. Non si segnalano danni a cose o persone.

Intanto, però, la Protezione Civile Nazionale, in concomitanza con il verificarsi di eventi sismici in atto in varie parti d’Italia, ha ritenuto opportuno diramare un comunicato stampa in riferimento alla imprevedibilità dell’andamento dei terremoti, invitando gli organi di stampa a fornire una informazione corretta (anche linguisticamente) e i Comuni ad aggiornare e testare i propri piani di emergenza. Ecco il testo del comunicato:

“In questi giorni, a seguito degli eventi sismici che, in varie zone d’Italia, sono stati avvertiti dalla popolazione, sono stati pubblicati numerosi articoli e mandati in onda diversi servizi televisivi. In alcuni casi, gli interventi di esperti scientifici sull’andamento e le possibili evoluzioni delle sequenze sismiche sono stati interpretati in modo da poter indurre i cittadini ad abbassare il livello di attenzione in un territorio – nel caso specifico la zona di Gubbio – esposto a rischio sismico.

Quasi tutto il territorio italiano è caratterizzato da faglie attive e in grado di produrre terremoti. Le sequenze sismiche iniziano e dopo un tempo, più o meno lungo, finiscono; a volte, però, hanno delle riprese e, nel complesso, si possono protrarre per mesi o anni. In alcuni casi, poi, possono essere associate a terremoti forti. Anche ora, in diverse zone d’Italia, sono in corso sequenze che hanno picchi e periodi di relativa quiete: come questi varino, aumentando o diminuendo d’intensità e frequenza, è, al momento, argomento di studio e ricerca che l’INGV affronta quotidianamente nel suo lavoro. È fondamentale quindi che l’intero sistema di protezione civile – di cui anche gli organi di informazione fanno parte – affronti con equilibrio i temi legati al rischio sismico, senza cadere negli eccessi di rassicurazione, da una parte, o allarmismo, dall’altra. Per esempio, l’aggettivo ‘naturale’ o ‘normale’, utilizzato talvolta per descrivere l’evoluzione di una sequenza sismica, non va inteso come un’indicazione di un fenomeno che si è concluso: sarebbe ‘normale’ anche una ripresa dell’attività con scosse altrettanto o più forti di quelle già avvenute. Per queste ragioni, come Dipartimento della Protezione Civile e INGV chiediamo la collaborazione di tutte le redazioni affinché, quando si parla di terremoto, sia fornito un messaggio corretto e chiaro al pubblico, prestando la dovuta attenzione anche al significato dei termini utilizzati.
Come si sa, il primo passo verso la riduzione del rischio passa attraverso una popolazione consapevole: occorre premunirsi, far controllare le abitazioni, gli edifici pubblici, i luoghi di lavoro, verificare e pretendere che il proprio Comune abbia piani di emergenza aggiornati e testati, poiché i terremoti, anche forti, possono avvenire in gran parte del territorio italiano in ogni momento e senza preavviso”.