Una volta tirato fuori il bucato dal cestello, si palesa immancabile il mistero dei calzini spaiati… che inesorabilmente vengono divorati dalla lavatrice. Ed ecco l’inventiva di una maestra di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, che una decina di anni fa ebbe l’idea di accostare questa immagine alla sensibilizzazione sull’autismo e le altre diversità, attraverso un messaggio di solidarietà ed inclusione rilanciato ogni anno il primo venerdì di febbraio. Il messaggio è tanto semplice quanto importante: accogliere la diversità. L’iniziativa intende, perciò, sensibilizzare verso una tematica universale e inclusiva, basata sul rispetto reciproco, sulla solidarietà, sull’accettazione dell’altro da sé. Diversità è bellezza, in un approccio nuovo, che aiuta a non sentire il peso della solitudine, soprattutto in questi tempi di pandemia. Un calzino spaiato, solo senza il suo “gemello”, può assolvere comunque alla sua funzione, e lo stesso è per una persona diversa da quello che convenzionalmente viene definito “normale”. Tutti possono partecipare, indossando due calzini diversi, colorati, magari stravaganti, condividendo poi la foto sui social con l’hashtag #calzinispaiati2022.
Prendendo in prestito alcune parole pronunciate nel suo monologo da Drusilla Foer, ieri al fianco di Amadeus nella seconda serata del Festival di Sanremo, potremmo dire che “diversità è una parola che non piace, qualcosa di comparativo” che esprime distanza. Per questo si può sostituire con un termine molto più bello e convincente, unicità.
Carla Cristini
