“Viviamo in un tempo in cui qualcuno deve sempre e comunque parlare pur non avendo niente da dire, in un tempo in cui è più facile distruggere che lavorare quotidianamente per costruire, in un tempo in cui l’opposizione politica si configura spesso in una critica sterile, del nulla, priva di valori aggiunti e di quel “quid” in più che aiuta e che crea la differenza.
Viviamo in una realtà che ci costringe a giustificare ed a spiegare anche le piccole cose, pur di difendere la voglia di fare, di migliorare, di crescere e di operare.
Viviamo un sistema che, pur di guadagnare uno spazio infinitesimo sotto i riflettori, descrive interventi tecnici, che sono stati precisi, puntuali, accurati ed esplicativi, richiesti per giunta dagli stessi consiglieri dell’opposizione, come uno spettacolo “nell’arena”, invece di esaltarne la professionalità, la precisione, la prontezza nel rispondere pur senza aver nulla di scritto, di preparato o di prestabilito.
Viviamo in un contesto in cui, pur di denigrare, si dimentica che la politica ha il compito di fissare gli obiettivi e di dare gli indirizzi, mentre le figure tecniche, perseguendo gli input impartiti, utilizzano la propria professionalità e capacità per il raggiungimento degli stessi, perché questo è il loro lavoro, perché questa è la loro funzione.
Viviamo in un’ottica in cui è più facile riempirsi la bocca di stupidate, che forse dovrebbero far ridere (“Tersigni1/Tersigni2” ed anche “Tersigni3”), invece di ammettere, con umiltà e concretezza, che come opposizione non si sta apportando alcun contributo costruttivo, alcuna collaborazione degna di nota e di rilievo.
Viviamo in una condizione in cui per difendere l’operato ed il lavoro quotidiano, fatto di quelle piccole cose che rendono migliore la vita di ciascun cittadino perché arricchiscono il territorio nell’aspetto e nella sostanza, è necessario comunicare al popolo cosa si sta realizzando. Costituisce più notizia, infatti, un cartello piegato da un ragazzo che non ha niente di importante da fare, una piccola buca presente su una strada o un secchio d’immondizia vuoto e circondato tutt’intorno da cartacce ben distribuite e disposte, che l’operato, silenzioso, quotidiano e costante, di uomini e donne (operai comunali) che si adoperano nei lavori più disparati, in una lotta impari contro la mancanza di civiltà, di educazione, di rispetto del patrimonio comune che, essendo tale, viene identificato come patrimonio di nessuno e non come patrimonio di tutti.
Viviamo un momento in cui, facendo opposizione politica intellettualmente poco corretta, è molto comodo dimenticare il difficile periodo storico che si sta attraversando e non notare quanto è complesso dare risposte concrete ai cittadini, pur non avendo a disposizione grandi risorse.
Viviamo una società in cui, purtroppo, tre esponenti, che dovrebbero essere di rilievo, di esempio e di stimolo politico, non hanno null’altro da dire, da proporre, da suggerire o da realizzare che scrivere un articolo all’apparenza spiritoso e sarcastico, ma nella sostanza di pochezza intellettuale, nei contenuti e nei messaggi.
Vivo la città di Sora come Sindaco, fiero di un popolo che merita tanto, sempre di più e ininterrottamente meglio.
Vivo la città di Sora come Sindaco, orgoglioso di gente per cui è un piacere lavorare, lottando quotidianamente con le piccole e le grandi difficoltà, ma con lo sguardo fisso a mete da raggiungere e ad obiettivi da perseguire.
Vivo la città di Sora come Sindaco, soddisfatto di un operato attento, puntuale e tempestivo di collaboratori politici e funzionari tecnici degni di stima e di rispetto, che con abnegazione e determinazione si impegnano per il bene della città.
Vivo la città di Sora come Sindaco, consapevole che tanto c’è ancora da fare, pronto ad accettare l’aiuto e la collaborazione costruttiva di tutti, felice nel costatare che seguendo con attenzione le corrette argomentazioni dell’“arena” qualcuno, con intelligenza, ha capito ed ha saputo votare!”
Sora, 31 Luglio 2012
IL SINDACO