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MARSICA – INQUINAMENTO NEL LIRI – LA DENUNCIA DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DELL’EMISSARIO

Il verde Liri cantato da Dante Alighieri negli ultimi giorni non è più quello specchio dove si riflette placidamente la città di Sora, ma è diventato una distesa di schiuma così devastante da impedirne l’utilizzo per l’irrigazione dei campi. La preoccupazione è che questo fenomeno, potrebbe essere stato causato dalla mancanza di scrupoli di qualche industria che ha il proprio stabilimento nella piana del Fucino. Il dubbio e il relativo grido di allarme, è stato più volte espresso da un’associazione di Capistrello “Gli amici dell’emissario” che attraverso il proprio account di Facebook mostra da un paio di mesi una situazione davvero inaccettabile. L’emissario Claudio, il grandioso progetto di ingegneria idraulica realizzato dai Romani nel 52 d.C. per la bonifica del Fucino, per poi essere abbandonato dopo la caduta dell’Impero e riportato a compimento dai Torlonia nella seconda metà dell’800, raccoglie le acque della piana di Avezzano che confluiscono nel Liri nel comune di Capistrello. Ed è qui che la piccola cascata formata dal canale mostra un fenomeno inquietante: la presenza di una schiuma bianca, continua, accompagnata da un fetore che lascia pochi dubbi sulla “naturalezza” del fenomeno stesso. L’acqua è sporca e lascia una strana “patina viscida sui sassi”.

Questo incessante sversamento starebbe ora provocando delle conseguenze disastrose a valle, rendendo l’acqua inutilizzabile per l’irrigazione, mettendo così a rischio i raccolti delle centinaia di piccoli produttori agricoli della media Valle del Liri.

Tra le azioni poste in essere dall’Associazione marsicana, la promozione di una petizione, a cui si può aderire sul sito change.org, per attuare un programma di monitoraggio della qualità delle acque, e fare in modo che i responsabili degli sversamenti a monte, probabilmente nella piana del Fucino, siano individuati ed adeguatamente sanzionati.

La presidente dell’Associazione Amici dell’Emissario, Pina Di Domenico è preoccupata inoltre per la stagione estiva evidentemente compromessa. “Lo scorso anno avevamo stilato un programma di visite nell’area archeologica dell’Emissario che copriva tutti i mesi estivi da giugno a settembre. Nel corso del 2019 abbiamo contato più di 5000 presenze. È evidente che questi dati non saranno replicabili quest’estate, date le condizioni”.

Credits immagine di copertina: https://www.facebook.com/emissario.capistrello/posts/1524087787801549

Aldo Martina