di Cristiana Di Cocco
Un figlio grato e premuroso. Un padre attento ed affettuoso. Un marito amorevole e presente. Un suocero, genero, cognato e uno zio divertente e sempre disponibile. Era questo Mario Benacquista, il 63enne venuto a mancare martedì 8 dicembre a Fontechiari.
Una morte che ha destato profondo dolore e grande commozione nella famiglia, ma anche nell’intera comunità, rimasta sconvolta per la terribile tragedia accaduta. Amici, parenti, colleghi di lavoro, conoscenti: in tanti, tantissimi, hanno affollato la camera ardente allestita presso l’abitazione di Mario e hanno partecipato alla cerimonia funebre tenutasi giovedì 10 dicembre nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista ed Evangelista.
L’uomo, attivo politicamente nel paese fino al 2009, era conosciuto e stimato da tutti per la sua umanità, onestà e disponibilità. Doti rare, che manifestava in qualsiasi circostanza perché sicuro dell’effetto rasserenante di un gesto o di una parola gentile. Per tutte queste ragioni è difficile accettare un destino che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari troppo presto. Quel martedì mattina, Mario Benacquista era uscito di casa per svolgere qualche lavoretto nella sua terra di campagna, approfittando della bella giornata di sole. Nulla di impegnativo: raccoglieva dei ramoscelli di ulivo che aveva potato, fermandosi di tanto in tanto a chiacchierare con alcuni passanti ed un parente che erano di passaggio. Era sereno e sorridente, come suo solito. Pochi minuti dopo, la tragedia: un vicino di casa lo ha trovato a terra, lungo un muro che costeggia la strada, immobile, con una ferita alla testa. L’allarme è stato dato immediatamente: dottore, soccorritori del 118, polizia, carabinieri. Ma per l’uomo purtroppo non c’era più nulla da fare.
Probabilmente un malore all’origine della disgrazia. Ne sono convinti i familiari che lo hanno soccorso, che raccontano di quanto l’uomo fosse attento a non mettere a rischio la sua persona, sottolineando che non sono stati trovati segni che possano far pensare che sia stata la caduta ad ucciderlo. Ed è una possibilità che ha evidenziato anche il sindaco del paese, nonché dottore, Pierino Liberato Serafini, tra i primi ad accorrere quella mattina: “La scomparsa prematura e improvvisa di Mario è stata un evento drammatico per il quale siamo ancora tutti profondamente addolorati. Come medico, essendo stato tra i primi a giungere sul posto della disgrazia e avendo potuto osservare il corpo e la sua posizione, non ho nessuna difficoltà ad affermare che la morte sia stata determinata non dalla caduta, ma da un infarto miocardico acuto a seguito del quale Mario è caduto rovinosamente dalla pianta di ulivo”.
Tra i tanti ricordi delle persone che lo hanno amato, resterà sicuramente il suo sorriso. Sempre stampato sul suo volto, quando scoppiava in una fragorosa risata coinvolgeva chiunque. Era un vero dono: dava gioia e rassicurava, anche nei momenti più cupi. Come questo, in cui la sua famiglia, nonostante l’immenso e sconvolgente dolore, è determinata più che mai a ricordarlo proprio attraverso questa sua caratteristica. Come lui avrebbe voluto.