C’è una importante partecipazione ciociara alla realizzazione della fortunata serie Tv, “Mare Fuori”. Le colonne sonore, infatti, sono affidate ad uno dei più interessanti e promettenti pianisti italiani, Alessandro Simoni, 25 anni di Castro dei Volsci, che ha costruito la sua carriera iniziando dal Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone.
La serie, più che un successo televisivo, è un fenomeno di massa. Al di là degli ascolti record, un “caso” di dimensioni globali sconfinato su social e piattaforme. “Mare Fuori”, la fiction dedicata ai giovanissimi reclusi di un carcere minorile (ispirato al penitenziario di Nisida), sta macinando numeri impressionanti: la prima puntata del nuovo ciclo, mercoledì scorso, ha attirato 1,3 milioni di spettatori con uno share del 7,2 per cento, eccezionale per la seconda rete pubblica nazionale.
Le musiche che accompagnano le scene sono affidate, appunto, al giovane pianista ciociaro.
Alessandro Simoni, diplomato con il massimo dei voti e la lode presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida del M° Benedetto Lupo, alterna la musica classica alla musica da film, due mondi apparentemente distanti ma uniti dalla forza della comunicazione.
È reduce da una serie di concerti in Spagna, da León a Madrid, dove ha proposto un articolato programma russo, che parte da “Quadri di un’esposizione” di Modest Mussorgsky, passando per “Etudes-tableaux op. 33” di Sergei Rachmaninov per arrivare a “Trois mouvements de Petrouchka” di Igor Stravinsky, un repertorio particolarmente apprezzato dalla critica musicale spagnola.
Ha recentemente firmato un contratto discografico con la rinomata etichetta “Brilliant Classics” per l’incisione dell’integrale degli studi Op. 2 e Op. 5 di Adolf von Henselt.
La sua formazione classica è cresciuta con Gilda Buttà (figura fondamentale del suo percorso formativo e artistico), Lorenzo Di Bella, Fausto di Cesare, Marian Rybicki e Benedetto Lupo, attraverso un variegato percorso di studi che passando per l’École Normale de Musique di Parigi si è infine concluso in Italia, presso la prestigiosa Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma.
Ed è proprio a Roma che è nata la collaborazione con Stefano Lentini, per il quale ha registrato la colonna sonora originale della fortunata serie televisiva “Mare fuori”, al fianco della pianista Gilda Buttà. Attualmente sta ultimando le registrazioni di un album in veste di interprete e compositore, prodotto dall’etichetta discografica “COLOORA” di Stefano Lentini.
“Il mio primo album in veste di compositore – spiega il pianista – è un viaggio attraverso ricordi legati a intime melodie e sperimentazioni sonore. In pratica ho cercato, attraverso la “tecnica estesa” (ossia l’ampliamento delle possibilità esecutive dello strumento), di trasformare il pianoforte in uno strumento elettronico, senza l’utilizzo di cavi ed elettricità, bensì sfruttando le possibilità timbriche date dall’incontro di materiali diversi che vibrano insieme. Ho infatti costruito, negli ultimi anni, piccoli oggetti da inserire nella cordiera del pianoforte, che mi hanno permesso di esplorare nuove sonorità diventando lo spunto creativo per le mie composizioni.”
Quale è il suo legame con la musica?
“Amo la musica – aggiunge il pianista Alessandro Simoni – perché è l’unico linguaggio, universale, che porta un vero messaggio di pace . Un motivo, questo, per cui nelle scuole va potenziato lo studio della musica, unico strumento che supera ogni steccato e ogni barriera di diversità, discriminazioni, disuguaglianze”.
Quale messaggio per i giovani?
“Consiglio a tutti di avvicinarsi alla musica perché sprigiona energia, che oggi è la molla che serve a noi ragazzi per guardare al futuro con maggiore ottimismo. Dobbiamo capire che la musica non è solo godimento di una forma artistica, ma potente mezzo di coesione sociale. Ci aiuta ad essere più sereni ma anche a riflettere, spesso ci porta a confrontarci con noi stessi, con i nostri sentimenti, ad esprimere gioia e ad affrontare momenti bui. È il più forte strumento per socializzare e condividere esperienze ed emozioni”.
Dunque, la musica come linguaggio?
“Sì, perché la musica unisce e aggrega le nuove generazioni, ed è l’unico linguaggio universale che supera ogni confine nel diffondere un messaggio di pace, quello di cui ora abbiamo più bisogno”.