Più precisamente alla stessa è stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con la prescrizione di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati dal soggetto passivo ed, in particolare, dall’abitazione dove lo stesso vive e dal luogo dove svolge attività lavorativa, anche mediante l’applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico.
Le indagini sono state avviate dagli investigatori del Commissariato di P.S. di Cassino a seguito di dichiarazioni raccolte dalla vittima in diversi interventi effettuati dalla pattuglia Volante.
Gli elementi raccolti sono apparsi immediatamente di rilevante gravità: la donna, quasi quotidianamente, maltrattava la madre convivente, prospettandole mali futuri, mettendole le mani al collo, sottraendole le chiavi della macchina e di casa, ingenerando in lei un profondo stato di ansia e paura per la sua incolumità al punto da sentirsi costretta ad abbandonare la propria abitazione e rifugiarsi dai parenti.
Con il passare del tempo la madre ha tuttavia compreso di non riuscire più a gestire le violenze della figlia, circostanze che hanno ravvisato la necessità di impedire all’indagata, mediante adeguato presidio cautelare disposto dall’Autorità Giudiziaria, di reiterare le condotte criminose delle quali viene ritenuta responsabile.