Alla fine, il cattivo tempo è stato più ‘forte’ dei settanta portatori che, per un mese intero, si erano allenati per portare sulle spalle tre tonnellate di peso e l’effigie dell’Assunta sopra una colonna alta diciotto metri.
Solo l’eccezionale evento atmosferico di mercoledì sera – con pioggia temporalesca, grandine e vento – ha potuto avere la meglio su una macchina organizzativa ormai rodata da otto edizioni (quella di quest’anno sarebbe stata la nona) e su una devozione che si rinnova ogni 14 Agosto, diventando sempre più solida.
Sotto la direzione di Enrico Mancini, anche quest’anno, tutto era stato preparato a dovere: i portatori si erano ritrovati ed avevano sostenuto varie sedute di allenamento; la Macchina, una settimana fa, era stata tirata fuori dal magazzino in cui viene custodita ed era stata condotta nel piazzale antistante la Cattedrale per essere messa a punto; tutti erano stati presenti alle prove generali degli ultimi giorni e l’entusiasmo era al massimo, nonostante ciascuno del portatori sapesse di dover fronteggiare un grande sforzo fisico.
“Purtroppo, proprio all’ultimo momento, abbiamo dovuto arrenderci – spiega il capo organizzatore, Enrico Mancini – Eravamo prontissimi, ma il maltempo ci ha bloccati. La squadra dei Vigili del Fuoco, incaricata di posizionare l’effigie sacra sopra la poderosa Macchina, era pronta per il solito rito della imbracatura della statua, l’ancoraggio sulla colonna e l’omaggio di una corona di fiori. Ma è venuto giù il putiferio e non è stato possibile rinnovare un appuntamento di fede che ormai caratterizza la vita della città di Sora. Vorrei sottolineare il grande sforzo che è stato compiuto anche quest’anno per organizzare il tutto: si è trattato, specialmente, di preparare fisicamente e psicologicamente, settanta persone, che si sono messe a disposizione, offrendo il proprio tempo e la propria disponibilità. Ogni particolare era stato curato. Gli ultimi giorni li avevamo impiegati per il controllo degli assetti dei portatori sotto la macchina, per far sì che il peso fosse ottimamente bilanciato ed ognuno sapesse muoversi in maniera sincrona con i compagni, per consentire un movimento fluido della Macchina, a dispetto del peso. Purtroppo, però, quest’anno, la preparazione è stata del tutto vana”.
Come mai è stato deciso di annullare la processione?
“Quella della Macchina dell’Assunta – sottolinea Enrico mancini – è una festa che, pur presentando aspetti molto suggestivi, è e resta innanzitutto una ricorrenza sacra, che cade la sera del 14 Agosto. Rimandarla non avrebbe avuto senso. In realtà, fino all’ultimo abbiamo sperato che il tempo ritornasse clemente, ma è stato inutile: quando è sembrato che spiovesse, abbiamo fatto un sopralluogo lungo il percorso che avremmo dovuto affrontare e abbiamo dovuto prendere atto che molte strade erano allagate (anche con 30 centimetri di acqua piovana) e, in tali condizioni, sarebbe stato impossibile procedere”.
Cosa significa essere un ‘portatore’?
“Significa principalmente offrire se stessi, in comunione con altri fratelli, per un momento di vita religiosa condivisa – spiega Mancini – L’emozione che si prova è grandissima. Il peso da sostenere sulle spalle è ingente; eppure, si sopporta tutto. Lo si fa pe se stessi, per l’Assunta e per la città intera. Credo che, per Sora, non ci siano eguali in relazione a questa manifestazione: ogni passo di ciascun portatore accompagna il cammino dell’Assunta per le vie della città. E l’andatura dell’effigie, al buio della notte, toglie il fiato. Ogni portatore è orgoglioso della fatica che sostiene, anche se il giorno dopo, magari, non è in grado di reggersi in piedi. Diciamo, però, che già dopo due giorni, è pronto a ricominciare per l’anno successivo”.
E’ quello a cui pensate già ora?
“Questa volta più che mai. Siamo tutti molto rammaricati per non aver potuto far uscire la Macchina dell’Assunta – conclude Enrico Mancini – D’altra parte, abbiamo preso la decisione d’accordo con il Vescovo, Mons.Gerardo Antonazzo. Quindi, sono stati celebrati i Vespri, c’è stata la benedizione dei portatori, ai quali è stata consegnata una rosa benedetta, ma, per quest’anno, ci siamo dovuti fermare qui. Rimetteremo i pezzi della Macchina in un luogo custodito e, per il resto, possiamo solo proiettarci alla prossima edizione, sperando nella protezione dell’Assunta. D’altra parte, l’anno prossimo, ricorreranno i dieci anni della Macchina e vedremo di onorare al meglio questa tradizione che, in poco tempo, è divenuta così significativa per tutti i sorani”.
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