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L’UOVO: SODO, DI CIOCCOLATO O PREZIOSO – PERCHE’ SIMBOLO DI PASQUA

Le uova rappresentano la Pasqua in tutto il mondo: se oggi ci si scambia quelle di cioccolato, ben più remota è l’usanza di quelle vere o colorate; in ogni caso, l’uovo è simbolo della vita che rinasce e si rinnova.

I pagani credevano che il Cielo e la Terra fossero due metà dello stesso uovo: quando gli uccelli preparavano il nido in cui deporre le uova, quello era il segno che l’inverno era finito e la natura sarebbe rifiorita.

Nell’antichità, l’uovo era simbolo di fertilità e magia, per la nascita di un essere vivente. Le uova venivano considerate oggetti dai poteri speciali ed erano sotterrate sotto le fondamenta delle case per tenere lontano il male; le spose vi passavano sopra, prima di entrare nella loro nuova casa.

Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo Risorto. L’uovo, infatti, somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è, però, una nuova vita, pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di resurrezione.

L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò nel Medioevo, come regalo alla servitù: le uova venivano bollite avvolte con delle foglie, o insieme a dei fiori, in modo da assumere una colorazione dorata.

Ma c’erano anche uova molto preziose: nei libri contabili di Edoardo I re d’Inghilterra – seconda metà del 1200 – è registrata la commissione di 450 uova rivestite d’oro da donare per Pasqua ai nobili della corte.

Le Uova Fabergé, invece, furono una realizzazione ideata presso la corte dello zar di tutte le Russie ad opera di Peter Carl Fabergè, della omonima compagnia.

Fabergé e i suoi orafi progettarono e costruirono il primo uovo nel 1885, commissionato da Alessandro III, come sorpresa di Pasqua per la moglie, la zarina Maria. L’uovo, di colore bianco con smalto opaco, aveva una struttura a matrioska: all’interno, vi era un tuorlo tutto d’oro, contenente, a sua volta, una gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Quest’ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma d’uovo. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare altre uova da donare alla corte.

In  vari paesi, infine, all’uovo di cioccolato viene preferito l’uovo di gallina, solitamente cucinato sodo, in risposta alla diffusione delle uova prodotte commercialmente, giudicate dagli ortodossi una strumentalizzazione consumistica della Pasqua.