Un lettore di Soraweb ha voluto condividere con noi alcune sue amare riflessioni. Partendo dal caso dei 48 lavoratori del Comune di Sora, tornati nel bacino regionale degli Lsu, ci scrive: 'La vera emergenza lavorativa è un'altra: quella di una maggioranza silenziosa che da anni non vede l'ombra di un centesimo'. Qui di seguito il testo della lettera.
"Gentile redazione di Soraweb,
in queste settimane sto seguendo la situazione di precarietà che interessa gli ex Lavoratori socialmente utili del Comune di Sora, che sono stati reinseriti nuovamente nel bacino degli Lsu regionali. Ho letto pagine di giornali, interviste, mobilitazioni, ho appreso di sceneggiate di isteria collettiva e tanto altro. Sicuramente si tratta di un tema spinoso, serio, importante, decisivo per 48 famiglie sorane.
Sapete, però, qual è stata la prima cosa che ho pensato su questa particolare situazione? ‘Beati loro!’. Non certo per essere arrogante o altro, ma soltanto perché almeno un piccolo mensile, per quanto insufficiente, loro continueranno a riscuoterlo. Fino a quando? Non lo so, ma non è importante, perché oggi tutti siamo costretti a vivere alla giornata. La mia domanda, invece, è: ma chi pensa a noi? Chi pensa a quella maggioranza silenziosa che da anni non vede l’ombra di un centesimo? Chi pensa ai giovani (lo ammetto, sono più vicino ai 40 che ai 30, ma questa società mi obbliga a considerarmi ancora giovane) che trascorrono anni e anni di gavetta sperando di cacciare qualche ragno dal buco e che, poi, si trovano con un pugno di mosche in mano?
Mi consentano gli ex Lsu, per il cui caso ho molto rispetto, ma la VERA EMERGENZA LAVORATIVA è un’altra: quella mia e quella di tantissimi altri nella mia stessa situazione! Scrivo questa lettera anche per incanalare positivamente la tanta rabbia che sto provando in questi giorni. Io non voglio che sia taciuta la questione degli Lsu, non lo voglio davvero. Però, pretendo che almeno l’opinione pubblica comprenda che esistono altri casi, ben più di 48, di giovani, padri o madri di famiglia, cinquantenni, che non vivono in alloggi popolari ad affitti stracciati e che alla fine del mese non vedono arrivare niente sul loro conto in banca o alle poste.
Perdonatemi se anch’io non mi indigno, dunque, ma davanti a tante situazioni ben peggiori proprio non ci riesco"
Lettera firmata.