Tommaso d’Aquino, nato a Roccasecca nel 1225 e morto a Fossanova il 7 Marzo 1274, frate domenicano, teologo e filosofo, è considerato, dal 1567, per l’importanza delle sue riflessioni, Dottore della Chiesa cattolica.
Fu allievo di sant’Alberto Magno, che lo difese quando i compagni lo chiamavano “il bue muto” dicendo: «Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da un’estremità all’altra della terra!»
Ad un episodio della sua vita è legato il castello di Monte San Giovanni Campano, costruzione risalente al X secolo. Fu però nel XIII secolo che, all’interno del castello, all’epoca proprietà dei conti d’Aquino, fu rinchiuso dai familiari san Tommaso d’Aquino. Egli vi fu tenuto rinchiuso per due anni, dal 1244 al 1245, allo scopo di distoglierlo dalla vocazione religiosa. Secondo la tradizione, durante la prigionia, i suoi fratelli introdussero nella sua stanza una giovane donna saracena discinta e provocante, ma il santo la scacciò con un tizzone ardente. In seguito a questa prova cadde in un sonno profondo, durante il quale gli comparvero in sogno due angeli, che lo cinsero con il cordone della castità, liberandolo per sempre dagli istinti sessuali, affinché potesse dedicarsi completamente agli studi teologici.
In seguito, il santo sfuggì alla prigionia calandosi con una corda da una finestra sul lato del castello sovrastante la chiesa di Santa Margherita.
La stanza della prigione del santo è raffigurata in modo molto simile al reale nella tela San Tommaso d’Aquino confortato dagli angeli, del pittore spagnolo Diego Velàzquez, conservata nel Museo diocesano di Orihuela in Alicante, Spagna.