Lo sapevate che… ogni quarto giovedì di novembre, gli Americani festeggiano il Thanksgiving Day. Oggi, 24 novembre, negli States in ogni casa ci sarà l’occasione di riunirsi attorno alla tavola, con l’immancabile tacchino, per ringraziare (Dio, la vita, gli amici, i parenti) per ciò che si ha. La tradizione vuole che la cena venga sempre organizzata a casa, mai al ristorante, con familiari e amici.
Il Thanksgiving Day viene comunemente fatto risalire al 1621, quando nella città di Plymouth, nel Massachusetts, i padri pellegrini si riunirono per ringraziare il Signore del buon raccolto. Il governatore William Bradford organizzò una festa celebrativa a cui furono invitati anche i nativi americani della zona, gli Wampanoag. Gli indiani accettarono l’invito e si festeggiò con reciproca felicità per tre interi giorni. Nel 1863, nel bel mezzo della guerra di secessione, Abramo Lincoln proclamò la celebrazione del giorno del Ringraziamento, che da quel momento diventò una festa annuale e perse gradualmente il suo contenuto cristiano. C’è però da dire che da almeno 40 anni, gran parte dei nativi americani protestano per come la storia del Ringraziamento viene presentata al pubblico americano, e in particolare ai bambini. Dal loro punto di vista, la narrativa tradizionale dipinge un ritratto apparentemente solare (e storicamente parziale) dei rapporti tra i pellegrini e il popolo Wampanoag, mascherando la lunga e sanguinosa storia di un conflitto che ha provocato la morte di milioni di persone. Dal 1970, i manifestanti si riuniscono nel giorno designato come Ringraziamento in cima a Cole’s Hill, che si affaccia su Plymouth Rock, per commemorare una “Giornata nazionale del lutto”.
Ma torniamo al famoso tacchino, che in ogni famiglia viene cucinato secondo la propria ricetta “segreta”, ed è accompagnato da salsa gravy, purè di patate, patate dolci, salsa di mirtilli, verdure e torta di zucca.
La storia dei tacchini risale al popolo degli Aztechi, nelle Americhe appena conquistate, che li offrirono in dono agli spagnoli che li importarono in Europa. In breve tempo la sua presenza divenne così consueta da far dimenticare a tutti la sua provenienza, tanto che l’americanissimo tacchino è stato poi “reimportato” più di un secolo dopo sulle coste del Massachusetts dai Padri Pellegrini del Mayflower che hanno dato inizio al suo consumo intensivo.
E oggi, anche nell’aspetto, i 45 milioni di tacchini che vengono serviti sulle tavole statunitensi il quarto giovedì di novembre sono solo lontani parenti di quelli assaggiati dai conquistadores: allevati in modo intensivo, gli esemplari consumati oggi sono “macchine da carne”, il risultato di una combinazione selettiva di specie che garantiscono al popolo americano carni magre ma ricche di proteine e minerali.
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