Giunge da Palermo la tradizione secondo cui, il giorno di Santa Lucia, non si mangiano pane e pasta. L’anno a cui bisogna risalire è il 1646 e la tradizione è suffragata da una testimonianza scritta, a sancire la fine della carestia. Una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale durante la Messa. Quando la colomba si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione considerò l’arrivo di quella nave la risposta data da Lucia – di origine siciliana (Siracusa) – alle tante preghiere che Le erano state rivolte.
Per poterlo consumare immediatamente, il grano non venne macinato, ma bollito e mangiato. Per ricordare quel giorno, i siciliani tradizionalmente non consumano cibo a base di farina, ma cuccìa ed arancini. La cuccìa è un dolce, a base di grano bollito e ricotta di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. Viene guarnito con zuccata, cannella e pezzetti di cioccolato.