di Stefano Di Palma
L’appuntamento invernale che ricorda san Domenico si svolge il 22 gennaio (l’altro ricade il 22 agosto) e, a Sora, conosce una doppia sede di svolgimento. Il primo luogo di culto in cui si festeggia il santo è l’omonimo monastero dove, all’interno della Basilica che sorge vicino la confluenza del fiume Liri e Fibreno, nel confine tra Sora con Isola del Liri, sono conservate le spoglie dell’Abate. Secondo la tradizione, san Domenico sarebbe morto nella cripta della chiesa dove, in questo giorno, un tempo i devoti si arrestavano innanzi a ciascuna delle colonne che sostengono le volte di copertura per invocare l’intercessione del taumaturgo. In quella chiesa, nel giorno della festa, si svolgono funzioni religiose e si espongono alla pubblica venerazione alcune reliquie del santo, tra le quali spiccano la croce e l’anello, ovvero le principali insegne abbaziali, contenute in un pregevole reliquiario in argento, donato dal cardinale Annibale Albani nel secolo XVIII.
Il secondo posto in cui si festeggia in quella data san Domenico è la chiesa di San Silvestro, situata nel cuore del centro storico di Sora e fondata insieme ad un cenobio benedettino dallo stesso Abate. Anche qui, si svolgono riti religiosi e si espongono alla pubblica venerazione la statua del santo e le reliquie. Quest’ultime sono la mitria, contenuta in un reliquiario ad ostensorio del secolo XVIII e dotato di nove sigilli, e il “ferro della mula”con il quale un tempo si benedicevano gli animali trasportati in chiesa a scopo protettivo.