di Giuseppe Filippi
La sinistra italiana in particolare, dal PD a SEL, passando per quello ancora che resta di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Lista Ingroia e Girotondini, sembra affetta da un’inguaribile sindrome di infantilismo. Prova ne sono almeno tre episodi.
- La scelta di Renzi Segretario del PD e Presidente del Consiglio
- La lista Tsipras per le prossime elezioni europee sostenute dalla sinistra più movimentista
- La presa di ordini dall’Europa e dall’America per evitare di essere presi a scapaccioni.
Ma a questa sindrome non sono sfuggite neanche le altre formazioni. Ad esempio Monti, quando è stato nominato Presidente del Consiglio, è assurto al ruolo di massimo sacerdote in Italia dell’ortodossia europeista e del rigore finanziario. Infatti dopo aver creato la sua lista alle elezioni successive, gli è bastato un po’ d’urto con Casini e qualche piccolo ribelle dentro il partito appena nato, per fargli addirittura abbandonare la sua creatura. Strane leadership che ha questo paese!
Per non parlare di cosa accettò, prima di lui, Berlusconi dalla troika europea pur di poter continuare a rimanere al potere.
Certamente chi ha poi superato l’inimmaginabile è stata la ditta Grillo-Casaleggio. Un mix di funambolismo e volgarità a sostegno, beninteso, molto spesso di giuste ragioni dei cittadini, maneggiate non solo con spirito populista, ma addirittura utilizzate per incitare in modo subdolo i propri elettori e militanti alla violenza.
Il caso più emblematico di questa immaturità galoppante, però, credo che resti quello della sinistra. La sinistra-centro, quella del PD, che nel passato era stata abituata a sognare, sotto l’attenta guida dei propri capi. Oggi appare disillusa nelle speranze di cambiamento del modo e si accontenta delle rottamazioni promesse da Matteo, chiamato alla guida del partito, ed ex capo dei ragazzini in politica del bar dello sport.
La sinistra antagonista invece, animata da un recupero tardivo e decadente di internazionalismo, addirittura si va a trovare un capo in un paese straniero: nella vicina Grecia.
Il vecchio Berlusconi invece che cosa fa? Dopo venti anni di battaglie e scorribande, costituisce i “Club forza Silvio”, utilizzandoli come veicolo sul quale far salire giovani leve, addirittura ventenni, alle quali affidare la difesa della libertà e della Giustizia giusta contro una Magistratura politicizzata e debordante.
Insomma, ognuno di questi attori cerca di suggestionare le platee degli elettori con scelte imbonitrici, perfide, mirabolanti, che lascerebbero pensare ad una resurrezione della politica e con essa della società Italiana. Ma seriamente, chi ci crede?
In Italia ormai i più acuti osservatori della politica, e i più autorevoli commentatori sono diventati i comici: Crozza docet!
Peccato che non abbiamo chi ci aiuti a risolvere i problemi concreti, ad afferrare per le corna i temi più duri: le nuove regole da negoziare con l’Europa; una politica economica che riavvii la ripresa interna e internazionale e con esse l’occupazione; la riforma vera del settore pubblico e l’eliminazione degli sprechi che in esso vi sono; la repressione seria dell’evasione fiscale; la riscrittura delle regole internazionali per bloccare il saccheggio dei popoli da parte degli sciacalli della finanza senza scrupoli.