FATTI AD ARTE

L’ESASPERAZIONE DELLA PAURA – LA GENESI DELLA PITTURA HORROR

di Stefano Di Palma

La tendenza a esaltare i valori emozionali, a indagare la vita anche nei suoi lati più oscuri, trova nel corso dei secoli svariate manifestazioni; si tratta di temi che appassionano particolarmente personaggi legati al mondo della musica, della letteratura e dell’arte. Tra il Settecento e l’Ottocento alcuni artisti (ad esempio Fussli, Goya, Blake) spiccano, nel panorama internazionale, per la produzione di opere che affrontano in maniera del tutto inedita tali tematiche. La predilezione per le scene notturne, per il tema dei sogni, della magia, delle forze occulte spinge fino alla visualizzazione dell’orrore in linea con il potenziamento assoluto dell’immaginazione, simbolo dell’ingegno romantico.

Heinrich Fussli (1741-1825) è uno svizzero naturalizzato inglese con una formazione complessa imbevuta di cultura letteraria e artistica che guarda indistintamente al passato e al mondo per lui contemporaneo; fonti essenziali per la sua produzione sono Omero, Dante, Shakespeare, Milton e risente dell’influenza di Hogarth e di Piranesi.

L’artista ama i miti, la storia, le favole erotiche, le leggende e subisce il fascino dell’orrido che nutre la sua immensa fantasia generando, nelle sue pitture, un mondo parallelo, irrazionale, poetico infestato da fantasmi e oscuri personaggi nonché fortemente contrassegnato dalla dimensione onirica (R. SCRIMIERI, a cura di, 2002).

E’ proprio l’esplorazione del sogno che particolarmente interessa all’artista al quale si lega una serie di dipinti iniziata nel 1781 dedicata appunto alla raffigurazione dell’incubo, inteso come visualizzazione dei sentimenti più nascosti dell’animo umano e come manifestazione delle immagini più segrete riposte nella psiche. In questa serie di opere erotismo e senso del mostruoso si fondono in una dimensione ambigua che esalta la visualizzazione delle angosce dell’uomo.

Nel dipinto Incubo è rappresentato un rassicurante interno borghese con una donna riversa sul letto schiacciata dal sonno che le fa assumere una posa di totale abbandono che confina visivamente con una sorta di stato di trance.  Sul ventre della protagonista siede un essere mostruoso e deformato per metà nano e per metà animale, mentre dalla tenda sullo sfondo spunta una paurosa testa di cavallo con gli occhi spiritati che, come è stato notato, visualizza in senso letterale il termine inglese  nightmare  – incubo, composto da “night” cioè notte e “mare” ossia cavalla – (cfr. I. CISERI, 2006).

In questa serie dedicata all’incubo, che ha procurato un clamoroso successo all’artista, il tema del sogno viene affrontato in modo del tutto nuovo; tradizionalmente il soggetto è connesso alle visioni premonitrici dei personaggi biblici e dei santi oppure all’immagine dei dormienti ma mai era stato indagato nella sua componente più inquietante che, da sempre e innegabilmente, accompagna la storia dell’umanità.

Successivamente la ricerca del pittore si spinge oltre dimostrando che i mostri e il fascino della paura esercitato sull’uomo non appartengono solo alla sfera onirica con le sue inevitabili deformazioni ma possono manifestarsi anche in altre realtà, come quelle legate al credo religioso. Nel 1802 Fussli dipinge Satana sul lago di fuoco chiama Belzebù, opera più carica di tensione rispetto all’Incubo dove il senso più terrificante della figura diabolica è ottenuta non mediante inserti mostruosi e irrazionali ma attraverso una smisurata dilatazione della figura umana; proprio per questa tangenza che s’instaura tra la figura demoniaca e quella umana l’opera assume un tono ancor più temibile e inquietante dimostrando visivamente che l’angelo caduto è accanto a noi.