“Le donne non si uccidono, si scopano”. Sconcertante, preoccupante, assurdo, inaccettabile. Come definire il commento pronunciato e captato nei corridoi del Consiglio regionale del Lazio?
L’episodio è riportato nell’edizione odierna de La Repubblica e de Il Tempo. In sostanza, mentre in aula si discuteva una mozione contro il femminicidio, qualcuno, nel corridoio – ha riferito la consigliera Daniela Bianchi del gruppo Per il Lazio – “commentava l’intervento della proponente, Marta Bonafoni, con un linguaggio molto sessista e con una frase che ho ripetuto anche in aula: ‘Le donne non vanno uccise, vanno scopate’ ”. La consigliera non ha voluto rivelare il nome del collega onorevole che avrebbe pronunciato la non altrettanto onorevole espressione, ma si sarebbe limitata a sostenere che sarebbe uscita dalla bocca di un importante esponente del Pdl.
Naturalmente, però, non è questione di destra o sinistra, né dell’autorevolezza o meno di chi l’ha pronunciata, ma il problema vero è che quella frase sia stata pronunciata e sia stata detta mentre, in una sede istituzionale, quale è la Pisana, si adottava un provvedimento proprio contro la violenza sulle donne. Significa, evidentemente, che c’è ancora, molto, moltissimo, da fare.
Il presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, ha affermato: “Una frase assolutamente inattesa e inqualificabile. Talmente squalificante per chi l’ha pronunciata da essere assolutamente incommentabile”.