ASSOCIAZIONISMO

Laziali nel mondo: ringraziamenti per Fontechiari, critiche ad Alvito

Ringraziamenti da parte dell’associazione Laziali nel Mondo all’Amministrazione Comunale e la Proloco di Fontechiari per l’impegno profuso che ha portato alla intitolazione della piazza al compianto prof. Pasquale Bianchi, Presidente Generale della Laziali nel Mondo.

L’intitolazione della piazza – si aggiunge nella nota – è il giusto riconoscimento ad un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita al prossimo, in particolare alle persone in difficoltà, ed il suo altruismo oggi viene finalmente attestato dedicando a lui un importante spazio pubblico.

L’evento ha rappresentato un importantissimo riconoscimento alla figura di Pasquale Bianchi ed ad una delle sue creature, l’Associazione “LAZIALI NEL MONDO” che per diversi decenni ha rappresentato la sua vita: sin dalla sua creazione, nel lontano 1956, l’aveva pensata come mezzo di servizio e d’impegno, ed ha svolto per tanti anni un’opera di assistenza di tipo morale, materiale, professionale, sociale, a favore degli italiani residenti all’estero, diventando così una delle organizzazioni di emigrati tra le più grandi al mondo.

Da Presidente della Laziali nel Mondo, Pasquale Bianchi è stato ideatore, propugnatore e promotore della Città Villaggio degli Emigrati, un centro polivalente di carattere internazionale che avrebbe dovuto avere sede ad Alvito, comune individuato dalla stessa “Laziali nel Mondo” quale destinatario del finanziamento, e con il quale fu stipulato un Protocollo d’Intesa che, nel quadro di un partenariato pubblico-privato, poneva a carico dell’Ente Locale l’onere delle procedure amministrative necessarie e propedeutiche alla realizzazione dell’opera.

Il Comune di Alvito, a seguire, ha utilizzato le somme destinate alla Città Villaggio per altri scopi, frammentando il progetto in molteplici lotti dimenticando la finalità principale del progetto originario che aveva invece il suo punto di forza nella unicità della localizzazione e nella sua completa autonomia come centro culturale e sociale, caratteristiche che ne determinarono all’epoca il finanziamento.
Il progetto finanziato, infatti, prevedeva la realizzazione di un “Centro Indipendente a servizio degli Emigrati”, con all’interno:
• Struttura ricettiva per soggiorni di breve durata
• Struttura ricettiva per soggiorni di lunga durata
• Strutture per attività culturali: “Museo dell’Emigrazione”, Biblioteca tematica, Centro Studi
• Auditorium/Sala polivalente
• Ristorante ed area commerciale
• Centro Sportivo
• Orto botanico

Un villaggio autonomo, cioè, in grado di garantire servizi per la sosta e la permanenza, mediante un soggiorno qualitativamente adeguato, con una serie di spazi destinati ad attività culturali, di ricerca, di studio, centralizzando svariate attività in un unico luogo fisico: un complesso multifunzionale in cui i nostri connazionali residenti all’estero, avrebbero potuto immergersi senza avere interferenze dovute a spostamenti, trasferimenti, contaminazioni esterne.

La “frantumazione” del finanziamento destinato al Villaggio degli Emigrati, oltre alla distrazione dei fondi che sono stati destinati a tutt’altro, ha a nostro avviso comportato il fallimento di una idea che avrebbe portato benessere e slancio alle attività dell’intero territorio, basti pensare alle attività indotte ed all’azione di promozione territoriale che avrebbe rappresentato un centro internazionale destinato ad accogliere gli “eredi” di terza generazione dei nostri connazionali emigrati, le cui radici oggi si stanno disperdendo proprio perché non hanno un punto di riferimento fisico che li inviti a soggiornare nei luoghi da cui i loro avi sono partiti un secolo fa’.

A nulla sono valsi i ripetuti inviti effettuati dalla “Laziali nel Mondo” ideatrice e promotrice dell’iniziativa, a proseguire con la realizzazione del progetto originario: il Comune di Alvito, caparbiamente, ha azzerato tutto l’iter che era stato avviato vanificando così sia gli atti amministrativi prodotti che le procedure avviate.
L’intitolazione della piazza al Presidente della Laziali nel Mondo, per la quale la Laziali nel Mondo esprime gratitudine all’Amministrazione Comunale ed alla Proloco, pur rendendo onore ad una grande ed illustre personalità fontechiarese, purtroppo non cancella e non riduce il rimpianto del sogno cullato dal prof. Bianchi per tutta la sua vita, la Città Villaggio degli Emigrati, a cui ha dedicato gran parte della sua esistenza, ed a cui molti nostri connazionali avevano riposto la speranza, per poter riconciliarsi con un paese da cui erano dovuti andar via per necessità, ed a cui avrebbero voluto ricongiungersi attraverso questo “ponte” in grado di riportare ai luoghi di origine le generazioni che invece stanno perdendo le loro radici.