di Stefano Di Palma
Nel 1842 i Padri Passionisti vennero a Sora chiamati dall’allora vescovo diocesano mons. Giuseppe Montieri, che offrì loro il convento fatto costruire nel 1601 dall’illustre concittadino card. Cesare Baronio. In occasione del centocinquantesimo anniversario di questa loro presenza (1842-1992), i Passionisti con la chiesa locale e la cittadinanza sorana celebrarono l’evento con un insieme di iniziative religiose e culturali.
Le celebrazioni culminarono con il trasporto del corpo di san Gabriele dell’Addolorata nella città di Sora, evento eccezionale nella concessione, verificatosi nei giorni 25-28 marzo del 1993 e di cui nel 2018 ricorre il venticinquesimo anniversario.
La radicata devozione che i sorani nutrono ancora oggi verso il santo trovò in quelle manifestazioni profonda espressione. Migliaia di fedeli provenienti dalla Ciociaria e dai territori limitrofi si recarono a Sora per rendere omaggio alle spoglie dell’intercessore. Si è visto di tutto in quei giorni: da una lacrima di emozione sui volti degli anziani alla vivace partecipazione degli studenti delle scuole e dei giovani; dalla funzionante macchina organizzativa al generale clima di orgoglio cittadino per la riuscita impresa. Restano nella memoria i ricordi degli appuntamenti salienti. Il 25 marzo alle 16,30 vi fu l’arrivo delle spoglie presso la centrale chiesa di santa Restituta; il 26 marzo alle 20,30 si svolse, con grande affluenza di pellegrini nonostante le intemperie, la Via Crucis cittadina che accompagnò le reliquie al Ritiro dei Padri Passionisti; il 28 marzo in tarda mattinata, tra lo sventolìo di fazzoletti bianchi, il corpo di san Gabriele fu salutato dai devoti per il rientro nel santuario abruzzese.
Dal 21 al 28 marzo 1993 si svolse anche il principale appuntamento culturale in seno alle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario, ossia l’Esposizione dal titolo “I Passionisti a Sora: i segni di una presenza” realizzata presso l’Istituto Magistrale “V. Gioberti”.
Come si legge nel relativo catalogo curato da G. Comparelli, la Mostra fu patrocinata dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, dalla Provincia di Frosinone, dal Comune di Sora, dal distretto scolastico (56) di Sora e dal Centro di Studi Sorani “V. Patriarca” con l’adesione di diverse personalità legate a vario titolo al territorio sorano e più in generale al mondo dell’arte, come Claudio Strinati e Claudia Tempesta.
L’intento della Mostra fu quello di sottolineare principalmente gli aspetti legati alla vita in un ritiro passionista e l’impegno dei suoi religiosi; al contempo furono esposti anche materiali di più alto pregio prodotti sotto le direttive artistiche dei due principali centri d’influenza del territorio ciociaro: Roma e Napoli. A tal proposito si ricorda che per l’occasione furono esposti alcuni arredi liturgici provenienti dalla soppressa cappella reale della Reggia di Caserta, dove i Passionisti svolsero la funzione di cappellani durante il regno borbonico fino all’unità d’Italia e che dopo tale data trasferirono in alcuni conventi ciociari.
Nell’esposizione furono presentati anche i documenti degli anni quaranta dell’Ottocento relativi all’insediamento dei Passionisti presso la città di Sora, quadri, sculture, stampe, manoscritti musicali ed arredi di culto.
Particolarmente interessante, ai fini conoscitivi delle prassi usate all’interno della Congregazione Passionista, fu l’esposizione degli oggetti di vita quotidiana: strumenti di farmacia, utensili, vasellame, strumenti di penitenza, tabacchiere e altri oggetti, senza dimenticare la sezione dedicata al cospicuo patrimonio bibliografico specchio dei poliedrici interessi formativi dei membri della Congregazione.