La Chiesa ha sempre avuto particolare sollecitudine per la vita monastica e perciò il Concilio Vaticano II ha insistito sulla necessità di consolidare il ruolo dell'Abate come padre della comunità religiosa, il cui ministero è dedicare la propria vita al Monastero, senza essere occupato dalle attività proprie degli Ordinari di circoscrizioni ecclesiastiche, che devono svolgere il loro ministero con piena disponibilità per il bene dei fedeli affidati alle loro cure pastorali.
2. Il Papa Paolo VI, nel Motu proprio “Catholica Ecclesia” del 1976, aveva raccolto l'indicazione formulata dai Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, stabilendo che le Abbazie territoriali non fossero più erette in futuro e che quelle esistenti “o siano più idoneamente definite quanto al territorio o siano trasformate in altre circoscrizioni ecclesiastiche”. Con questa disposizione si voleva da una parte favorire una più specifica identità e un quadro giuridico più consono alla vita monastica, e dall'altra assicurare ai fedeli che vivono nei territori abbaziali una cura pastorale più rispondente alle dinamiche e alle esigenze del mondo odierno.
3. Per promuovere tale prospettiva, realizzandola in armonia con gli Accordi concordatari con lo Stato Italiano, e rispettando la grande eredità storica e culturale rappresentata dalle Abbazie territoriali, è stato disposto che in Italia non si procedesse alla soppressione dell'istituto delle Abbazie territoriali, ma ci si limitasse a restringerne al minimo indispensabile l'estensione del territorio, cioè alle aree d'interesse immediato per la comunità monastica: il cenobio stesso con le sue pertinenze.
4. La Santa Sede, pertanto, dopo prolungata ed accurata riflessione e attente consultazioni, ha ritenuto maturi i tempi per poter attuare anche per l'Abbazia territoriale di Montecassino il Motu Proprio “Catholica Ecclesia”, dopo averlo già applicato negli anni scorsi all'Abbazia di Subiaco (2002), all'Abbazia di Montevergine (2005) e all'Abbazia di Cava de' Tirreni (2013). Essa rimane una circoscrizione ecclesiastica equiparata a diocesi, sia pure con territorio notevolmente ridimensionato.
Dopo queste decisioni, la Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo passa da una superficie di 1.426 kmq a 2016; da una popolazione di 155.000 abitanti a 235.000; da 40 comuni a 60; da 91 parrocchie a 144; da 83 sacerdoti diocesani a 120; da 131 religiose a 181.