Affrontare una questione così delicata ci mette in difficoltà! Abbiamo ascoltato e riascoltato l’invettiva urlata contro i migranti declamata davanti una platea in gran parte compiacente, in parte scandalizzata. Avremmo voluto anche noi prendere le parti contro quello in difesa di quegli altri ma non possiamo e non vogliamo farlo, non perché ce ne manchi il coraggio o ci manchi la retorica ma perché ad ogni frase che abbiamo articolato se ne contrappone un’altra presa dal Vangelo e del Nuovo Testamento che ci gela e ci costringe a riformulare il pensiero.
“Amerai il prossimo tuo!”; “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.”; “Chi è senza peccato scagli la prima pietra.”; “Amerai il tuo prossimo come te stesso. L’amore non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è l’amore”; “L’amore è l’architrave che ricapitola e sostiene tutto l’agire Cristiano.” ecc. ecc.
Allora quale è la Buona Notizia che abbiamo ascoltato in quella piazza? Qual è l’insegnamento che abbiamo appreso da quel maestro? Sicuramente non un messaggio d’amore, sicuramente oggi non sono state dette parole di Carità e Misericordia!
Il cristiano e prima ancora il sacerdote dovrebbero astenersi dal procurare scandalo, qual è il senso di istigare una Città già seminata dal germe dell’odio e dell’intolleranza, invece di avere parole di Amore si è pensato bene di accendere animi già turbati.
E’ facile strappare un’applauso o essere approvati da una massa non educata all’Accoglienza e alla Carità. Difficile è guardare quella folla con occhi pieni di compassione e misericordia, ancor più difficile è ergersi davanti a quella platea per educarla ai valori del Vangelo. Il Vangelo è amore, questa è la Buona Novella che ci ha testimoniato il Cristo, con il suo sacrificio sulla Croce, ci ha amato così tanto da donarsi pienamente per salvarci! Chi è capace di aprire il proprio cuore con umiltà e semplicità per testimoniare gli insegnamenti di Gesù?
Infine ricordiamo che il giudizio finale, almeno per chi crede, non è di questo mondo, tutti i credenti sono chiamati, un giorno, ad ergersi davanti a Dio per essere giudicati per le proprie azioni.
“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». 37Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». 40E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». 44Anch’essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». 45Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».” Mc 25 31-46
Carlo Marsc