Dal Segretario Generale dell’Associazione Italiana Wilderness, Franco Zunino, riceviamo e pubblichiamo la nota indirizzata al Ministero dell’Ambiente e, tra gli altri, alla Regione Lazio, al Corpo Forestale dello Stato e alla Provincia di Frosinone, circa il pericolo di estinzione della foresta di Tasso sui Monti Ernici, in particolare nel territorio del Comune di Vico nel Lazio:
La ZPS dei Monti Ernici, così come altre simili siti di Natura 2000 ha lo scopo primario di salvaguardare la biodiversità, e nei Monti Ernici uno dei suoi più importanti aspetti è la presenza di quella che, unitamente al settore presente nel limitrofo Comune di Morino (L’Aquila), è la più vasta “foresta” di Tasso (Taxus baccata) dell’Appennino (quanto meno centrale); per di più un biotopo esteso su diverse decine di ettari e composto da numerosi alberi ultrasecolari e probabilmente molti millenari, e dove si riscontra anche la presenza di eccezionali alberi di Frassino maggiore (Fraxinus excelsior) e di Sorbo montano (Sorbus aria). Questa foresta, che oggi ricade nell’ambito della recente Area Wilderness La Monna-Ortara designata dal Comune di Vico nel Lazio, settore della più vasta “Monti Ernici”, è da anni anche inserita nell’Oasi Faunistica di Trisulti, cosa che comporta il totale divieto di caccia nel suo vasto ambito di oltre 3.000 ettari.
Anni or sono in quest’Oasi furono liberati esemplari di Capriolo; un elemento faunistico che ne ha certamente arricchito la diversità biologica, al quale si sarebbero anche poi aggiunti esemplari di Cervo liberati nel limitrofo Parco Regionale dei Monti Simbruini. Purtroppo è notoria la capacità di crescita esponenziale di questi animali e, in tal caso, il danno che essi, in quanto caprinidi, possono arrecare alle foreste quando il loro numero supera la capacità di sopportazione ambientale o, come nel caso della tasseta, quando in presenza di biotopi particolarmente sensibili soggetti a situazioni di conflittualità.
Lo scorso 21 aprile il sottoscritto, unitamente al proprio Presidente emerito Germano Tomei, ha provveduto ad effettuare un sopralluogo nella zona amministrativamente ricadente in Comune di Vico nel Lazio, ma appartenente catastalmente al limitrofo Come di Morino, in località alta Valle dell’Inferno, dove è perlopiù ubicata la foresta di Tassi su menzionata, constatando una vera e propria drammatica situazione! Praticamente non esiste più da anni alcun rinnovamento della specie Tasso e le piante che hanno raggiunto altezze da qualche decina di centimetri ad oltre il metro, nonché tutte le parti più basse dei tassi ultrasecolari, sono letteralmente in stato depressivo, molte addirittura decisamente morte, e praticamente TUTTE soggette a tali e tanti pesanti brucamenti da parte dei suddetti cervidi (si pensa perlopiù ai Caprioli) da ritenersi annichilita ogni possibilità di rinnovamento e probabile possibilità di ripresa delle piante minori. Ovvero, un danno di estrema gravità, tanto più in una zona che è stata classificata ZPS proprio allo scopo di preservare la sua biodiversità. In pratica, se non saranno presi provvedimenti IMMEDIATI, la scrivente Associazione ritiene di pronosticare una desertificazione per questa specie forestale raro elemento di biodiversità residuo di antiche epoche climatiche, certamente il maggiore e più importante di tutta la biocenosi dei Monti Ernici; un importanza superiore anche alla segnalata occasionale, e probabilmente solo stagionale, presenza di esemplari di Orso marsicano.
La presente lettera di segnalazione è volta ad ottenere, si ripete, AL PIU PRESTO, l’apertura di una caccia di contenimento al capriolo (ed al cervo, qualora dovesse risultare eccessiva anche la sua presenza) benché in Oasi Faunistica, a costo di dover, se del caso, abrogare tale Oasi qualora non vi fosse possibilità legali di deroghe al divieto di caccia. Ciò anche per il fatto che trattandosi di area estremamente selvaggia, un eventuale abrogazione dell’Oasi non arrecherebbe alcun danno al suo popolamento faunistico per la ragionevole previsione di una scarsa sua frequentazione a scopo venatorio (si potrebbe mantenere il solo divieto di caccia alla Coturnice, e, per le sole zone d’alta quota, alla lepre).
Altra soluzione non esiste. Ed ipotizzare l’eventuale realizzazione di un recinto attorno al biotopo della tasseta, risulterebbe estremamente costoso e comporterebbe il superamento di difficoltà morfologiche non indifferenti.
A conclusione di questa nostra segnalazione non ci possiamo esimere dal far notare lo sconcertante, almeno finora, totale silenzio del mondo ambientalista su questa emergenza ambientale, visto il grande interesse che sempre più spesso si dichiara di avere per la protezione della biodiversità dei Monti Ernici; mentre, al contrario, si agisce, anche politicamente, per ulteriormente ampliare il divieto di caccia con una richiesta di Parco Regionale. La biodiversità dei Monti ernici non la si preserva con l’abnorme crescita del banale ed onnipresente capriolo e/o cervo (che la stessa storica presenza del lupo non sa contenere!) ma tutelando e facendo estendere la rara presenza dell’albero di Tasso, peraltro con esemplari ultra-centenari ed anche millenari e per di più formanti un tratto di foresta vera e propria, cosa ancora più insolita per questa specie arborea.