Di Roberta Capoccia, dottoressa in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana.
E’ ormai ampiamente dimostrato come l’alimentazione razionale ed equilibrata, affiancata ad una corretta e costante attività fisica, rappresentino la chiave per vivere in salute. Tali principi rispecchiano al meglio i dettami della dieta mediterranea che va intesa non solo come regime alimentare, bensì come prezioso stile di vita tramandatoci da un passato a noi non molto lontano.
Negli anni ’50, infatti, il ricercatore statunitense Ancel Keys, considerato il padre della dieta mediterranea, osservando alcune popolazioni povere dell’Italia meridionale e notando che esse avevano, contro ogni aspettativa, uno stato di salute migliore dei ricchi cittadini di New York, condusse uno studio denominato “Seven Countries Study”, che coinvolse diversi Paesi nel mondo. Tale studio documentò una correlazione tra tipologia di regime dietetico di una popolazione e rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari. Più precisamente, le popolazioni che avevano uno stile di vita “mediterraneo” presentavano un minor rischio di patologie cardiovascolari ed un livello di colesterolo ematico inferiore. Ciò era dovuto soprattutto all’abbondante utilizzo di olio extra vergine di oliva, cereali, frutta, verdure, legumi, erbe aromatiche, aglio, pesce.
Si tratta dunque di quell’alimentazione parca che seguivano i nostri nonni e supportata dalla quotidiana attività fisica nei campi, cosa molto diversa dall’attuale dieta mediterranea di cui oggi molto si parla.
Presi dai mille impegni e dalla frenetica corsa quotidiana ormai inevitabile nella vita moderna, spesso dimentichiamo completamente cosa mettiamo sotto i denti durante la giornata perdendo di vista l’ottimale ripartizione dei principi nutritivi ad ogni pasto. Come ormai dimostrato da molti studi, l’equilibrio perfetto di principi nutritivi atto a garantire un adeguato stato di salute prevenendo molte delle patologie a ciò legate, è quello rappresentato per circa la metà (o poco più) di introito calorico dai carboidrati (di cui solo un 10% di carboidrati complessi), da un 20-25% di lipidi e dal 15-20% di proteine. Ovviamente tali quantità sono da valutare ed adattare ad ogni singolo soggetto, considerando quest’ultimo insieme a molteplici altri fattori. Sembrerà strano ma se provassimo a fare un conteggio sulla nostra dieta giornaliera o settimanale, ci renderemmo conto che le percentuali sono spesso completamente diverse, a volte del tutto invertite e con marcati squilibri. Spesso si hanno poi apporti carenti anche per quanto riguarda i principali minerali e vitamine.
Ciò secondo il mio punto di vista è molto legato al moderno stile di vita che non ha nulla in comune con il contesto nel quale si è sviluppata e consolidata l’insostituibile dieta mediterranea. C’è dunque bisogno di un passo indietro in tal senso e di riscoprire le sane abitudini alimentari di una volta.
Iniziamo, ad esempio, dai cibi integrali. Siamo sommersi da decine e decine di alimenti e preparati di ogni tipo contenenti cereali raffinati, siamo abituati ad attribuire ad essi il sinonimo di bello e salutare, ma solo alla vista! Vanno invece preferiti, se non usati a titolo esclusivo, alimenti integrali che hanno la capacità di controllare l’indice glicemico aumentando al contempo il senso di sazietà. Inoltre il consumo di carboidrati semplici andrebbe ridotto al minimo, il consumo di pesce aumentato insieme a quello di frutta secca e di olio extra vergine, e le porzioni giornaliere di frutta e verdura aumentate quando si può preferendo cibi stagionali. Non serve, infatti, rimpinzare il frigo di alimenti surgelati, congelati, preparati, per mangiare qualsiasi cosa in ogni momento dell’anno. È opportuno dare maggior importanza alla stagionalità, che una volta regolava davvero l’alimentazione di tutti i giorni. Si potrebbe per assurdo vivere senza frigo ovvero nutrirsi di ciò che la natura offre e nel giusto periodo dell’anno.
E’ questa l’alimentazione razionale che era tipica della nostra società e che rappresenta l’elisir di lunga vita. Accanto a ciò va inserita l’attività fisica, che è imprescindibile; essa rende molto più efficaci gli effetti benefici di questa dieta razionale, consentendo un miglior controllo del peso corporeo ed una ottimale utilizzazione dei nutrienti da parte dell’organismo. Facciamo quindi, oltre alla quotidiana attività fisica, un passo indietro e torniamo ad apprezzare i profondi benefici della dieta mediterranea.
PROTAGONISTA DEL MESE: MELANZANA
- E’ costituita per circa il 92% da acqua, 4% da carboidrati, 3% da fibre alimentari, 1% da proteine, minerali e vitamine soprattutto del gruppo B.
- E’ considerata un alimento con potere depurativo, antiossidante e rimineralizzante (grazie all’interessante contenuto in potassio). Inoltre sembra essere in grado di controllare il colesterolo LDL nel sangue.
- Attenzione al condimento poiché è in grado di assorbire molto olio durante la sua preparazione e può quindi risultare ipercalorica se condita in eccesso. Attenzione anche al contenuto in solanina ed istamina che possono rispettivamente dare effetto irritante e allergico.
- Essendo un ortaggio molto versatile, può essere utilizzata per svariate e prelibate preparazioni culinarie.