di Roberta Capoccia, Dottoressa in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana.
Mangiare e nutrirsi sono due azioni ben distinte tra loro ma che spesso confondiamo, in quanto a causa di un errore di natura linguistica tendiamo ad associarne le finalità, fino a considerare alimentazione e nutrizione come due sinonimi. Bisogna quindi fare un’attenta distinzione, in modo da comprendere i diversi meccanismi di questi processi, che è bene conoscere per poter condurre uno stile di vita sano attraverso il cibo.
Ciò, inoltre, risulterà necessario per focalizzare al meglio tutti gli argomenti che, nel corso dei prossimi mesi, affronteremo insieme su queste pagine.
Innanzitutto, vorrei fornirvi delle definizioni utili da avere sempre ben presenti:
- Alimento: sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato ad essere ingerito da essere umani (Reg. CE 178/02).
- Principio alimentare o nutritivo: costituente dell’alimento che è di ausilio per la vita (es. lipidi, proteine). E’ opportuno precisare che il principio alimentare deve essere scisso nei suoi componenti per essere utilizzato, non può essere assorbito tal quale.
- Nutriente: componente del principio alimentare che può essere direttamente assorbito (es. aminoacidi, acidi grassi).
In poche parole, l’alimento non è altro che un agglomerato contenente moltissimi nutrienti organizzati in principi nutritivi. Quindi, come potete notare, si tratta di definizioni che si integrano l’una all’altra ma che non sono la stessa cosa.
Per comprendere in modo immediato le differenze tra mangiare e nutrirsi si può ricorrere anche ad un semplice trucchetto: associare la parola alimento all’alimentazione e il termine nutriente alla nutrizione. Infatti basta fare questi semplici accostamenti per poter inquadrare l’alimentazione come vasto insieme di alimenti, e la nutrizione come piccola sostanza in grado di essere assorbita e di regolare diversi meccanismi.
Il termine “alimentazione” indica, quindi, l’attitudine di ingerire alimenti che poi verranno digeriti e che quindi forniranno l’energia necessaria al nostro organismo per svolgere le sue funzioni vitali. L’insieme degli alimenti che ingeriamo, spesso anche in maniera sconsiderata e disordinata, rientra in questa definizione.
Nutrizione, invece, è un termine molto più complesso, che indica l’insieme dei processi biologici che consentono o condizionano la crescita, lo sviluppo ed il mantenimento dell’organismo, in relazione alle disponibilità di energia, nutrienti ed altre sostanze di interesse nutrizionale (www.sinu.it). Tali processi hanno origine dai cibi che ingeriamo. Nel termine nutrizione quindi si considerano anche qualità e quantità degli alimenti ingeriti.
Attenzione quindi, d’ora in poi non confondiamo questi due termini perché mangiare è una cosa, nutrirsi è un’ altra! Mangiare significa introdurre cibo di qualsiasi tipologia, senza fare distinzione tra i diversi alimenti e tra i loro componenti. Nutrirsi, invece, significa prendersi cura di sé, assumere gli alimenti scegliendoli accuratamente e valutandone anche la quantità. E’ utile differenziare questi termini onde evitare errori nel quotidiano, anche di semplice associazione degli alimenti nei vari pasti, in modo da rendere il nostro regime alimentare equilibrato, evitare malnutrizione (sia essa per eccesso o per difetto), e svolgere un’importante azione preventiva, ormai dimostrata in molti studi scientifici, per diverse patologie. Mangiare i giusti alimenti significa nutrirsi al meglio, e quindi nutrirsi di tutto ciò che serve per stare in salute!
“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”. E’ con questa celebre frase di Ippocrate che vi saluto e vi do appuntamento al prossimo mese.
PROTAGONISTA DEL MESE:
ASPARAGO |
Povero di sodio, ha un notevole effetto diuretico per cui è un ottimo alleato per combattere la ritenzione idrica (l’odore penetrante che conferisce alle urine è dovuto all’asparagina, aminoacido in esso contenuto); svolge un’importante azione anche a livello di cuore e muscoli. Per chi soffre di gotta, limitarne il consumo a causa della notevole presenza di purine.
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