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LA PROVINCIA DI FROSINONE PASSA ALLA CAMPANIA? IL NO DI GIANLUCA QUADRINI

Dal consigliere provinciale Gianluca Quadrini riceviamo e pubblichiamo.

“Da anni il mondo politico si confronta sull’abolizione (avvenuta con una legge discutibilissima e ribadita qualche giorno fa in Senato) delle province e, soprattutto, di parte delle Regioni considerate in molti casi spendaccione e comunque estremamente costose. L’ultima novità elettorale del partito del nostro Premier, che sta emergendo in questi ultimi mesi, è una proposta di legge presentata da due autorevolissimi esponenti del Pd, Roberto Morassut e Raffaele Ranucci (originario, tra l’altro, di Formia) che ha visto, qualche giorno fa, l’approvazione di un emendamento che proprio va verso questa direzione.

Lo schema, così visto da questi deputati, ha dei rimandi allo schema pre-unitario dell’Italia e, sempre di primo acchitto, verrebbe da pensare che l’Unità d’Italia sia stato un grande errore. Eppure allo scetticismo, necessario per sopravvivere in un paese come il nostro, è il caso di abbinare una riflessione più aperta. E’ evidente che il sistema attuale non funziona: i casi di malaffare, come pure l’assoluto disinteresse dimostrato recentemente dagli elettori per l’ultime tornate elettorali Regionali ed ancor di più le precedenti in Emilia Romagna e Calabria (dove aveva votato il 30% degli aventi diritto), confermano che le Regioni così come sono hanno dei limiti. Aprire prospettive diverse, su scala più ampia, potrebbe aiutare gli enti regionali ad avere margini larghi e capacità di programmazione maggiori e più ambiziose. In Francia, dicono, la riforma delle Regioni ha prodotto risultati interessanti è però chiaro che gli accorpamenti, come visto più volte, non fanno altro che allontanare il potere dai cittadini, spersonalizzandolo e isolandolo in una sorta di fortino inaccessibile. A fronte, poi, non c’è nessun risparmio e s’è visto con le partecipate, quando da 3 o 4 s’è provato a farne una, ma poi son rimaste tutte in qualche modo in vita e al cittadino non è cambiato niente.

Trovo, quindi, che questo tipo di proposta sia completamente sbagliata, in quanto non comporterebbe alcun risparmio, minerebbe l’Unità d’Italia e trovo assolutamente bizzarro e folle l’accoppiamento di Latina e Frosinone con la Campania. Latina e Frosinone insieme superano il milione di abitanti e semmai possono rappresentare un polo di attrazione per la riorganizzazione della governance istituzionale. La priorità, non è l’avventura delle macro regioni che produrrebbe un’esasperazione dell’attuale centralismo regionale. Occorre invece proporre un soggetto istituzionale che svolga le funzioni politiche di area vasta per i territori fuori dalle città metropolitane dato il superamento, purtroppo per decreto Legge, delle Province.

Questa è una proposta sbagliata sia nel metodo che nella sostanza, penalizzante per il nostro territorio che tradizionalmente ha visto sempre la vicinanza a Roma sia geografica che Istituzionale come una risorsa e non può ora perdere questa grande possibilità in cambio di una Regione lontana dalle nostre esperienze. Un’iniziativa che va ridiscussa su una materia complessa che non va affrontata né con la fretta, né con approssimazione, così come nel recente passato è stato affrontato il problema delle province, ma che questo governo sta continuando a gestire superficialmente.

Dovremmo iniziare a perseguire l’obiettivo di rafforzare le politiche di area vasta dell’area meridionale del Lazio, in un equilibrio istituzionale e territoriale che vede l’area metropolitana di Roma fagocitare risorse, investimenti e rappresentanze all’interno del quadro della Regione Lazio. Ragionare, quindi, sulla valorizzazione, nell’autonomia e nella rappresentanza, dell’area vasta Latina-Frosinone è la direzione giusta; estendere la Campania fino a Frosinone è un orientamento sbagliato, sia dal punto di vista istituzionale e della rappresentanza democratica, che dal punto di vista economico, culturale e sociale. Sarebbe più logico per cultura e per tradizioni culturali e socio/economiche se proprio necessario lo smembramento della Regione Lazio, perseguire l’obiettivo dell’annessione all’Abruzzo, Regione con la quale già ci sono avviati grossi rapporti di collaborazione Istituzionale, più prossimi alle nostre esigenze, magari ridisegnando i confini a seconda delle vocazioni territoriali, noi, infatti, già viviamo molta mobilità passiva verso l’Abruzzo riguardo la Sanità del comprensorio per andarci a curare in strutture d’eccellenza della vicina Regione.

Dobbiamo noi amministratori Provinciali farci promotori della valorizzazione e della tutela della nostra amata Ciociaria, facendo le barricate e se è il caso marciare sul Parlamento con tutte le nostre forze, programmando interventi a sostegno delle nostre vocazioni territoriali onde evitare azioni che ci piovono sulla testa senza alcun tipo di confronto e decisione a riguardo. Ora si sta facendo lo stesso errore della soppressione delle Province, nessuno ha chiesto ai cittadini ed agli amministratori attori sui territori cosa ne pensavano sia della riduzione e quindi dell’allontanamento delle Istituzioni dagli Amministrati, sia dei confini da ridisegnare in merito. Noi di Forza Italia daremo battaglia affinchè i territori non vengano oltremodo penalizzati e depauperati e siano loro attori principali di questo processo!