Il convegno sul rilancio della sanità in tempi di crisi economica, tenutosi a Sora lo scorso 30 giugno e organizzato dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, ha riservato un ulteriore motivo di interesse. Proprio grazie a questo appuntamento, infatti, chi voleva capire qualcosa in più del Direttore Generale dell’Asl di Frosinone, Dott.ssa Isabella Mastrobuono, non è rimasto deluso.
Nessun palese riferimento alle polemiche di queste ultime settimane, nessun confronto diretto con gli amministratori sulla sorte dell’ospedale ‘SS.Trinità’. Nonostante ciò, alcuni ‘elementi caratteriali’, risultati evidenti nel corso della sua relazione, ci aiutano a farci un’idea più precisa dell’impostazione programmatica del manager e delle sue intenzioni.
Sia ben chiaro: il tema dell’ospedale attende ancora una soluzione il più possibile positiva, nell’interesse di oltre 100mila potenziali utenti e nell’ottica di un concreto incremento dell’offerta sanitaria. Posto ciò, non si può dire che la Mastrobuono sia una sprovveduta: numeri snocciolati con padronanza, dati esposti con chiarezza, sguardo alto di chi non ha paura di ciò che riserva l’avvenire. In parole semplici: un vero osso duro. La sua idea di Sanità (a proposito, è stato confermato espressamente il progetto di creare, a Sora, un polo oncologico di rilievo) ha certamente dei contorni strutturati e potenzialmente validissimi: ampliamento dell’assistenza domiciliare, riduzione delle percentuali di ‘migranti’ in altre strutture, connubio economico e programmatico con il vasto mondo del sociale, anche come sbocco economico ed occupazionale. Queste alcune idee che, senza dubbio, anche a Sora potrebbero avere ottime prospettive.
L’impressione ricavata dalle sue parole e dai suoi atteggiamenti? Una sorta di indefinito limbo tra ottimismo e preoccupazione: sentimenti derivati rispettivamente dai suoi progetti ambiziosi e, di contro, da quella quasi ostentata irremovibilità che la fanno apparire davvero inattaccabile. Un esempio: nel ribattere alle polemiche sulla presunta disponibilità di risorse umane da impiegare nella varie strutture, è agilmente riuscita a ‘smontare’ le critiche, elencando ogni genere di limitazione e concludendo con un perentorio e scandito: ‘Io non ho medici’. Di certo, quella del convegno non era occasione di contraddittorio, sebbene queste indicazioni potrebbero servire agli amministratori locali che, negli ultimi giorni, hanno spesso tirato in ballo la manager, anche accusandola o prospettando la richiesta di dimissioni. Ottimismo e preoccupazione, dicevamo: resta da capire quale sarà, per tutti noi, lo stato d’animo che prenderà il sopravvento a seguito delle decisioni che la Dott.ssa Mastrobuono avrà adottato.
Davide Baldassarra