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LA GRANDE EDUCAZIONE

Torna l’appuntamento di cultura e arti di Soraweb, che oggi si concentra sul successo del film ‘La Grande Bellezza’, di Paolo Sorrentino, fresco di  Golden Globe e nomination all’Oscar come miglior film straniero. Al centro dell’attenzione, però, è finito anche Toni Servillo, l’acclamatissimo interprete principale, protagonista di una risposta non proprio elegante ad una giornalista Rai che aveva posto una domanda più incentrata sulle critiche al film che al successo riscosso.

“Finalmente, dopo anni, il cinema italiano è affacciato nuovamente verso il panorama mondiale dei premi che contano. E lo ha fatto con “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. Il film ha riscosso tanti applausi del pubblico quante critiche: c’è chi elogia il cineasta napoletano come il nuovo Fellini, chi invece critica la pretenziosità dell’opera come una sorta di remake della “Dolce Vita” a distanza di decenni. Ma, come diceva l’On. Andreotti , “bene o male purché se ne parli”.

Il fatto clou di questi giorni è quello che non vede protagonista il film in sé quanto l’interprete principale della pellicola, Toni Servillo. Su YouTube, e di conseguenza sui social networks,  gira vitalmente l’intervista radiofonica di Rai News all’attore partenopeo, il quale si è liberato dalle domande della giornalista con un “vaffa”.

Su cosa c’è da riflettere a riguardo? Non vanno tralasciati i particolari perché, si sa, da una azione si genera sempre una reazione uguale e contraria. Il giorno dopo aver ricevuto un premio importante come il Golden Globe, quindi, risulta spiacevole se un intervistatore punzecchia sulle cose negative, “rovinandoti la festa”, anche perché il premio ha una duplice valenza, in quanto costituisce una sorta di crocevia che potrebbe portare anche ottimi risultati alla premiazione degli “Oscar”.. e scusatemi se è poco.

Dall’altra parte, c’è da dire che la caduta di stile di Servillo, che è stata già ribattezzata “La grande maleducazione”, poteva essere evitata con un commento breve che chiedesse di tralasciare. La vera critica, secondo me, va fatta al pubblico sempre pronto a divinizzare e maltrattare, ma mai a redimere i maltrattati o demonizzare un proprio mito.

Mi torna in mente lo scivolone della giornalista Rai che in un fuori onda si è lasciata scappare un “me ne vado, mi so rotta il c…..”, un errore della regia che le è costato la conduzione del telegiornale e chissà, probabilmente, altri provvedimenti disciplinari. La giornalista marchigiana è stata derisa e attaccata su social network e stampa, ma nessuno si è azzardato a dire nulla sul comportamento di Servillo. “Beh, certo, se la poteva risparmiare” questo è il commento più ardito che mi è giunto e secondo me è un errore paradossale dare la possibilità a persone che hanno un forte ascendente su moltissime altre di esprimersi in modi volgari ed ostili, dall’attore in cui uno si rivede in molti dei suoi personaggi, al politico che rappresenta un’ idea in cui molti credono o l’artista dalle cui labbra pendono. Rendiamoci conto che siamo noi i padroni delle nostre vite, che non siamo da meno di chiunque faccia un qualsiasi tipo di mestiere e che possiamo, dobbiamo giudicare, ma soprattutto dobbiamo tornare a chiedere scusa”.