di Stefano Di Palma
La genuinità di quest’opera di Jan Steen (1626-1668), conservata presso il Rijksmuseum di Amsterdam, ci avvia alle feste natalizie con un tocco di curiosità e di delizioso sarcasmo. Nel dipinto è raffigurata una famiglia che festeggia la ricorrenza di san Nicola di Bari, la notte tra il 5 e il 6 dicembre; secondo l’usanza in questa occasione il santo porta doni ai bambini. In un agiato interno borghese, la numerosa famiglia è riunita e ritratta nel momento della consegna dei doni. Alcuni bimbi ridono, altri con stupore attendono chissà quale evento in un’atmosfera da favola, mentre sulla sinistra solo uno piange poiché deluso.
In fondo alla stanza, la nonna scosta una tenda dove si nascondono i doni anche per lui mentre una giovinetta lo invita a guardare la sorpresa.
Come è stato osservato, la Riforma protestante abolì in Olanda le feste religiose inclusa quella di san Nicola. L’opera di Jan Steen dimostra che, nonostante il divieto pubblico, la tradizione rimase in vita quantomeno a livello domestico e dunque privato. Si è pensato che la famiglia qui raffigurata sia di confessione cattolica visto che la vispa bambina in primo piano, tutta soddisfatta e incurante delle delusioni altrui, stringe una bambola che raffigura san Giovanni Battista, pupazzo impensabile in una famiglia calvinista ( cfr. F. FISOGNI, 2006).
Il pittore, oltre a concentrarsi sulla resa degli affetti e delle azioni determinanti la scena, si sofferma sull’interno della stanza che illustra nei minimi particolari secondo il gusto della pittura olandese del suo tempo. Si scorgono così gli arredi, gli eleganti tendaggi e si evidenziano in primo piano due efficaci brani di natura morta utili all’osservatore nella percezione della quotidianità in cui si verifica l’avvenimento. Tra i dolci nella cesta e nel tavolino ci sono delle torte tipiche dell’Olanda; tra queste si vede l’hylickmaker, ossia il dolce rettangolare sporgente dalla cesta, a base di canditi e arance, usato anche nelle feste di nozze.
Come ci testimonia questa pittura intorno alla figura di san Nicola si sono sviluppate numerose usanze. La vigilia del 6 dicembre, nei paesi nordici, un uomo dalla barba bianca, spesso accompagnato dal suo servo Ruperto, va a trovare i bambini, porta loro doni oppure li rimprovera per le loro mancanze; il giorno della festa del santo, gli stivali che i bambini hanno lasciato davanti la porta di casa sono colmi di dolci. In Germania, dal secolo X, nasce un’usanza viva ancora oggi: quella per cui san Nicola va a trovare i bimbi e taglia loro i capelli. Nelle scuole esisteva un tempo il cosiddetto “gioco del vescovo”, per cui una volta all’anno uno scolaro assumeva le funzioni del vescovo e “regnava” sulla scuola; inizialmente questo gioco si svolgeva il 28 dicembre, il giorno in cui si ricorda la Strage degli Innocenti, ma nel secolo XIII fu spostato al giorno di san Nicola (cfr. SCHAUBER-SCHINDLER, 1997).
Del pittore Jan Steen si ricorda che è una delle figure più rilevanti nell’arte olandese del Seicento; la sua specialità prediletta sono le scene di vita quotidiana osservate con una certa sorridente ironia disincantata; la sua produzione è sterminata ed è uno dei pochi artisti cattolici dell’Olanda calvinista. Steen è stato un grande narratore di storie che ha prodotto indistintamente soggetti biblici e brillanti satire della società; dalla realtà egli preleva aspetti diversi: mocciosi che frignano, vecchi sguaiati, feste in cui si finisce di trascendere, ragazze piccanti: si tratta di soggetti che rompono gli schemi e l’ordine di una Repubblica dove tutto sembra perfettamente organizzato e pulito (cfr. S. ZUFFI, 2006).