di Luciano Duro
Luther Allison , Art Ensemble of Chicago, Carey Bell , Eric Bibb, Buddy Guy, Eric Burdon, Canned Heat, James Cotton, Colosseum, Bruce Cockburn, Guy Davis, Willy DeVille, Bo Diddley, Honeyboy Edwards, Robben Ford, John Hammond, Dr. John, Jorma Kaukonen, Keb’ Mo’, Albert King , Al Kooper, Bettye LaVette, Albert Lee, John Mayall, Matt Guitar Murphy, Charlie Musselwhite, Jimmy Rogers, Roy Rogers, Son Seals, Archie Shepp, Jimmy Smith, Mick Taylor, Otis Taylor, Derek Trucks, Ike Turner, Junior Wells, Yellowjackets.
Questi sono alcuni dei musicisti che hanno suonato sul palco del “Liri Blues Festival”, chi ne sa può capire, ne dimentico tantissimi altri, non di minore importanza, che hanno scritto non solo la storia del blues ma anche della musica contemporanea, poi amici carissimi che hanno divulgato il blues in Italia: Blue Stuff, Paolo Bonfanti, Fabio Treves, Robero Ciotti, Toffoletti ed altri ancora.
Sono stati 35 anni di duro lavoro e sacrifici, spesso a discapito della famiglia e del personale portafogli. Il “Liri blues Festival” ha diffuso l’immagine di Isola del Liri nel mondo e ridato speranza ad una collettività provata negli anni dalla chiusura delle numerose cartiere. Ha consentito il gemellaggio con New Orleans e la nostra città sembrava la capitale di quel flusso benefico che giungeva sul fiume Liri tramite il Mississippi. Andammo nella “Crescet City” e stabilimmo rapporti di fraterna amicizia con donne e uomini straordinari che ci insegnarono molto di più di quanto avevamo appreso dai libri e dai dischi.
Nel 1997 fui costretto a depositare il marchio e il nome per evitare un utilizzo improprio che già stava avvenendo non solo da noi ma anche altrove. Nel 1988 avevo inventato un evento, lo avevo organizzato insieme ad un gruppo di ragazzi, prendendomi enormi responsabilità che toglievano il sonno, poi una classe politica irresponsabile e vendicativa volle cancellare tutto ciò che era stato fatto e fummo costretti ad emigrare a Veroli per tenere in vita il Festival, con la speranza di tornare nella sua sede maturale. L’anno scorso siamo tornati, grazie all’ Associazione Events che ha garantito un budget minimo ed abbiamo organizzato, garantendo una notevole qualità artistica e culturale.
Ho 75 anni e porto dentro cicatrici profonde: l’esclusione dal ventennale del gemellaggio con New Orleans, io che di quella città sono cittadino onorario, mi fu consigliato da un caro amico di disertare la manifestazione perché non ero gradito, l’anno scorso la stessa cosa per la presentazione del festival, sebbene fossi il titolare del marchio e il direttore artistico.
Oggi alcune cose devono essere chiarite, non devo nascondermi e non devo vergognarmi di nulla, ho dato dimostrazioni di capacità organizzative e di essere culturalmente preparato per qualsiasi evento.
La politica viaggia su altri binari che da tempo non mi competono, pur non rinunciando alla mia identità, ho letto sui social del festival nel 2023, ma sia chiaro che prima di comunicati trionfali, si deve avere l’assenso del sottoscritto che vigilerà sulla qualità artistica del cast e di Tommaso Cerrone, responsabile dell’organizzazione, da anni mio fedele collaboratore.
*Fondatore del Liri Blues Festival