Da sempre nel ciclismo si discute se l’attività dei giovanissimi deve essere ludica o agonistica. Questa volta un importante contributo è arrivato da un ragazzino di 11 anni, Alfredo Scala. Durante l’annuale festa dell’Asaci di Isola del Liri, alla presenza del vice presidente del Comitato Regionale, Toni Vernile ha letto questa bellissima lettera-
“Mi chiamo Alfredo e sono appassionato per il ciclismo, fin da ragazzo quando ero piccolo e vedevo le foto di mio padre in bici e pensavo che il ciclismo è uno sport bellissimo. Faccio ciclismo e ne ho fatta di strada con delusioni e soddisfazioni… Ho fatto tante gare , visto tanti ragazzi di tutte le regioni e ne sono contento. Però c’era una cosa che all’inizio mi turbava nel ciclismo: le prime gare che ho fatto perdevo sempre perchè non ero ancora pratico: “Ma perdo anche adesso”. Quando mi doppiavano e mi fermavano all’inizio ero triste, piangevo e mi arrabbiavo con tutti… Ultimamente abbiamo fatto una trasferta a Loreto con la squadra. Una volta arrivati è iniziata la corsa, ero in testa ma poi mi hanno recuperato e doppiato. E allora per paura che intralciavo il gruppo mi hanno fermato. Non ho pianto ma ero dispiaciuto, poco dopo hanno fermato un mio compagno di squadra che si è messo a piangere e altri due ragazzi che hanno pianto anche loro”.
La lettera di Alfredo Scala si conclude con questa interessante proposta: “Io vorrei proporre di abolire che i doppiati vengano fermati, ma vengano fatti continuare su un lato della strada o proporrei di fare corsia apposta per i doppiati. Perchè anche loro hanno diritto di continuare la gara, perché anche loro si sono impegnati come i primi e perché il ciclismo non è tristezza e disperazione ma bisogna essere contenti perché il ciclismo è gioco di squadra e deve portare nei ragazzi la felicità non la tristezza”.