Presentato da Solidarmente Aps il laboratorio solidale “A casa di Nino” rivolto a quanti sono affetti da Alzheimer ed ai familiari che li assistono in maniera continuativa. Verrà inaugurato ufficialmente a settembre.
Lo riporta un post del Comune in cui si aggiunge: Presenti all’incontro sperimentale con il direttivo dell’Aps – composto dalla Presidente Paola Visocchi, dalla vicepresidente Gabriella Mattei, dalla segretaria Federica D’Arpino e dai consiglieri Serena Tersigni Alessia Mastroianni – don Felice Caló, il sindaco Massimiliano Quadrini, l’assessore Stefano Vitale e la consigliera Gabriella Gemmiti .
“La partecipazione attiva alla vita della comunità attraverso relazioni autentiche e stimolanti – sottolinea il sindaco – può fare molto per chi è affetto da questa patologia, anche per alleviare in alcuni casi la solitudine interiore. Diventa quindi di fondamentale importanza l’organizzazione di eventi sociali , incontri di gruppo, attività di volontariato, corsi di formazione, laboratori. Per questo davvero lodevole risulta iniziativa di Solidarmente”.
Il laboratorio si propone di migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari attraverso l’incoraggiamento a partecipare a giochi di memoria, attività manuali, ascolto della musica e lettura a voce alta. Il tutto con l’aiuto di operatori specializzati come i terapisti occupazionali e altre figure di supporto. Potrà contare sull’operato dei volontari Ermanno Venditti e Italo Petracchini, di Angela Maria Abbatecola (geriatra) e dell’assistente sociale Maria Gemmiti.
”Il sostegno, l’ascolto, il conforto e il sollievo sono fondamentali. La rete di solidarietà è preziosa per spezzare l’indifferenza intorno a una malattia invisibile e per promuovere una corretta informazione e sensibilizzazione sull’Alzheimer”, aggiunge l’assessore Vitale.
Vivere un’esperienza sociale e instaurare connessioni significa anche incoraggiare e far conoscere le potenzialità creative delle persone con Alzheimer, restituire a chi è malato la dignità di persona, essere inserito all’interno di una normale rete sociale per poter uscire dall’isolamento che le patologie cognitivamente invalidanti causano.