Riceviamo e pubblichiamo:
Con l’apertura delle iscrizioni ai corsi di mini-rugby e rugby giovanile della A.S.D. Volsci Sora, è l’allenatrice della società bianconera, Tania Bellisario, a dare maggiori delucidazioni su uno sport di cui ancora pochi ne conoscono la vera natura. A dispetto della durezza che in tanti scorgono tra le mischie dei “giganti televisivi”, l’attività che Tania svolge con i giovanissimi del territorio ha tutt’altra essenza e scopi puramente aggregativi e di benessere psico-fisico.
Come nasce la tua passione per il rugby e come sei diventata allenatrice?
“Ho scoperto il Rugby a L’Aquila durante il mio corso di studi Universitari nella Facoltà di Scienze Motorie; già dalla prima partita che vidi, Italia/Samoa nel 2000, rimasi affascinata da questo sport a quei tempi poco conosciuto. Quando lo studiai al terzo anno, nelle discipline di squadra, il rugby contagiò la mia vita e superato l’esame con il massimo del voto feci il tirocinio in una scuola primaria, dove divenni Allenatore di Primo Livello; così dal 2005 anche il rugby è il mio lavoro”.
In cosa si sostanzia il tuo lavoro di coach? Che attività comprende?
“Lavoro con bambini in età evolutiva dai 6 ai 11 anni, attraverso le attività motorie ed esercizi di tecnica specifica; oltre a fornire le basi e le competenze dei fondamentali del gioco del rugby, si sollecitano capacità motorie, affettive e sociali della persona. Ogni bambino viene rispettato nella sua individualità, la quale diventa un valore aggiunto per il gruppo”.
Come si svolge un allenamento “tipico”?
“Dalla mia lunga esperienza posso sicuramente dire che non tutti gli allenamenti sono uguali e non c’è una ricetta per poter eseguire un traning perfetto, soprattutto se si lavora con i bambini. C’è una programmazione, si seguono delle fasi nello svolgimento della preparazione, ma il tutto è in evoluzione ed è variabile, poiché l’allenamento deve essere vivo, e studiato secondo i bisogni del gruppo e dell’atleta singolo in quel giorno. In genere cerco di seguire perlomeno uno schema così strutturato: i primi 10 minuti accoglienza e gioco libero tra i ragazzi; Fase di riscaldamento : giochi di gruppo o individuali con e/o palla (20/30 min); Fase Centrale : esercizi tecnico individuali o/e ranghi ridotti o/e collettivi (30min); Fase finale : verifica dell’obiettivo con la partitella (20/30 min); Fine allenamento di 5 minuti si dedicano al cerchio , in cui si discute si valuta la seduta d’allenamento con gli atleti e si effettua il saluto”.
Com’è confrontarsi con i giovanissimi in ambito sportivo e qual è il tuo rapporto con loro? Il vostro dialogo su cosa si basa?
“Essere un educatore è difficile, ma quando ami la tua professione non lavori bensì ti diverti; la simpatia ed il gioco sono la chiave per insegnare ai giovani lo sport; soprattutto in questo sport, particolare e duro, l’empatia e l’entusiasmo sono fondamentali”.
I genitori dei tuoi allievi cosa pensano del rugby?
“I genitori amano il rugby, sono i primi fans dei nostri atleti e molti di loro vorrebbero praticare questo sport … ci stiamo lavorando!”.
Qual è lo scopo finale del settore giovanile della ASD Volsci Sora?
“La Volsci Rugby ha sempre avuto come obiettivo divulgare il rugby tra i giovani, dare un’alternativa sportiva in questa città e nel territorio; ricordiamo, infatti, che lo sviluppo di una sociètà parte sempre dai “piccoli” e si lavora per poter crescere assieme a loro. Inoltre, ci tengo a precisare che questa attività è anche per le bambine”.
Ricordi un episodio della tua carriera che rifletta in toto lo spirito di questa disciplina?
“Lo Spirito del Rugby c’è sempre , non potrei identificarlo in un solo episodio ma in tutte le partite fuori casa (minimo 100 km di distanza) della domenica mattina che si trasformano in domeniche pomeriggio, esperienze condivise sul campo con i bambini, i genitori e gli allenatori, sotto il sole, sotto la pioggia, sotto la neve, i terzi tempi in cui nascono amicizie tra i genitori, l’emozione di vedere la tua squadra segnare mete in partite sul campo di casa, la soddisfazione di organizzare un torneo e vedere partecipare con entusiasmo gli altri Club. Lo Spirito del Rugby è famiglia”.
Cosa speri di lasciare ai tuoi alunni dopo una stagione di allenamenti, tornei, terzi tempi, sacrifici ecc?
“Spero di non lasciarli e che loro non lascino questo sport!”.
Ufficio Stampa ASD Volsci Rugby Sora