Da ‘Insieme per Sora’ riceviamo e pubblichiamo:
“Quello che, fino a qualche settimana fa, era solo un brutto presagio, oggi è diventato drammatica realtà. La società Aros, che si era impegnata a rilevare il complesso ‘Serapide’, nell’area della vecchia fabbrica Tomassi, non ha dato alcun segnale concreto di voler rispettare gli accordi presi con il Comune. Dopo i tanti rinvii e la tanta (forse troppa!) pazienza dimostrata con questi signori, l’ultima scadenza concordata per il pagamento della prima tranche, il 28 febbraio, non è stata rispettata.
A questo punto, la situazione appare tristemente chiara, anche e soprattutto alla luce di quanto esposto proprio dal sindaco Ernesto Tersigni durante l’ultimo Consiglio Comunale su questo tema, lo scorso 3 dicembre. In quell’occasione, infatti, fu lo stesso Tersigni ad affermare che si stava facendo di tutto per mantenere in piedi l’accordo poiché, nel caso di un nulla di fatto, l’amministrazione si sarebbe ritrovata in un bel guaio. Il Primo cittadino, delineando il fosco scenario che oggi si è realizzato, ebbe addirittura a dichiarare che il Comune non avrebbe avuto nemmeno i fondi per la demolizione della struttura.
Da un’amministrazione comunale degna della Città che rappresenta, infatti, è doveroso attendersi qualcosa di ben più grande di una semplice dichiarazione di resa. E’ arrivato il momento, nell’interesse di Sora e dei sorani, di mettere una volta per tutte la parola fine a questa ferita nel ventre della Città!
In tal senso, Insieme per Sora non vuole far mancare il suo contributo in termini di idee e nuovi progetti realizzativi: bisognerebbe attivarsi per verificare la fattibilità, in parte di questa struttura mastodontica, di un grande centro di aggregazione sia culturale che scolastico, di carattere anche universitario.
Non siamo d’accordo con il punto di vista dell’architetto Morgante; da quando il progetto fu cantierato, le cose sono andate in maniera diversa, le leggi sono cambiate e un’operazione che poteva dare brillanti risultati, nella nostra città ė fallita, il privato subentrato non è riuscito a far decollare il progetto voluto dal Ministero dei Lavori Pubblici.
Per questo gli obiettivi, ora, devono essere diversi.
Oggi serve un progetto che potrebbe contribuire a creare un polo ‘vivo e attivo’, in grado di rilanciare con forza le ambizioni socio-economiche di Sora! Non solo: in questi mesi si fa un gran parlare, senza dubbio a ragione, di emergenza abitativa per molte famiglie del territorio. La Regione Lazio è sul punto di stanziare cospicui finanziamenti per combattere l’emergenza abitativa, si potrebbero creare nuovi alloggi a canoni calmierati per dare una casa a tutti coloro che oggi sono in difficoltà.
Questa operazione, sia chiaro, sarebbe praticamente a costo zero per il Comune! Con la requisizione si potrebbero portare nelle casse comunali entrate, con la riqualificazione, rivolgendosi a chi di dovere, per esempio agli uffici della Regione, verificando la fattibilità di questa iniziativa, si potrebbe restituire alla Città un complesso completamente rinnovato e adatto alle esigenze dei sorani, gettando le basi per costruire un nuovo centro città moderno e adeguato alle sfide dei tempi che viviamo”.