Le recenti dimissioni dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, coinvolta nell’inchiesta “Tempa Rossa”, indagine secondo la quale il suo compagno imprenditore e manager della Total, Gianluca Gemelli, avrebbe “abusato” del suo rapporto con l’ormai ex ministra per ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione del giacimento petrolifero della Total in Basilicata, non possono fare altro che creare un effetto boomerang sul referendum del 17 Aprile al quale tutti i cittadini italiani sono chiamati a votare.
Nel precedente articolo sulla rubrica What’s Up, avevamo già affrontato la questione del referendum del 17 Aprile, evidenziando, in primo luogo, come esso rappresenti uno strumento fondamentale per un popolo che si definisce democratico, sottolineando, inoltre, l’importanza che tale consultazione popolare avrà sul futuro delle politiche energetiche del nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dei danni e delle catastrofi naturali che continuano a stuprare il nostro ambiente.
Nei primi giorni di marzo,infatti, un’ennesima fuoriuscita di greggio ha visto protagonista la Tunisia e le sue coste, distanti circa 120 km dall’isola di Lampedusa, a causa di guasto ad un oleodotto sottomarino, che ha generato una marea nera che si è estesa sulle coste delle Isole Kerkennah, tra Tunisia e Italia.
Qualche giorno fa, invece, circa 400.000 litri di greggio sono fuoriusciti da una condotta della Total, danneggiata da una scavatrice durante alcuni lavori nel sito dell’estuario del fiume Loira, nella località di “Tragouët”, comune di Sainte-Anne-sur-Brivet in Francia.
Impossibile dimenticare il disastro ambientale più grave della storia Americana, provocato dalla compagnia British Petroleum nelle acque del Golfo del Messico, in seguito ad un incidente ad oltre 1.500 m di profondità, che ha provocato lo sversamento in più giorni di milioni di litri.
Altro disastro ambientale che ha avuto rilevanza mondiale, quello avvenuto a Maggio 2015 nella contea di Santa Barbara in California dove, in seguito alla fuoriuscita di greggio da un oleodotto, sono stati sversati migliaia e migliaia di litri di petrolio, finiti nell’Oceano Pacifico.
Di catastrofi come queste ne è pieno il mondo, a riprova del fatto che il pericolo è ben visibile e sotto gli occhi di tutti.
Il petrolio è necessario, è chiaro; si può dire che, in una società sviluppata come la nostra, esso sia necessario come il pane, visto e considerato che oggi usiamo prodotti del petrolio per l’autotrazione, la produzione di energia elettrica e termica, l’asfalto, le plastiche, gli inchiostri, le pitture e le vernici, i fertilizzanti…siamo, di fatto, petrolio-dipendenti.
Sarà sicuramente difficile, ma non impossibile, modificare le nostre abitudini e le nostre tecnologie al fine di risparmiare energia e risorse; questa può rappresentare la ricetta che ognuno di noi può adottare per evitare che nuovi disastri possano verificarsi in futuro.
E’ tuttavia necessario anche un cambio di rotta da parte dei Governi di tutto il mondo: è di recente datazione la notizia che l’attuale governo olandese avrebbe iniziato l’iter legislativo per arrivare a vietare, dal 2025, la vendita di automobili con alimentazione a benzina o a gasolio. Sicuramente, un grande passo avanti.
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