Il video messaggio del Vescovo Antonazzo della Diocesi di Sora Cassino Aquino Pontecorvo, come vicinanza alla alla città di Cassino, nella difficile condizione di fragilità umana dettata dal contagio del virus Sars-Cov2, pandemia Covid19.
Alcuni passaggi del Vescovo:
«Carissimi amici, le restrizioni alle quali tutti siamo obbligati al motivo del Coronavirus non hanno permesso le consuete e importanti celebrazioni commemorative della distruzione della nostra città di Cassino, ciò non toglie la mia viva partecipazione nel ricordo di questo drammatico evento. Ho celebrato anche la santa messa a suffragio di tutte le vittime della città, cadute in quei tragici eventi della sua distruzione. Tutti speravamo di non dovere vivere mai più né qui a Cassino né nella nostra Italia eventi cosi drammatici come quelli della guerra che hanno segnato in modo del tutto drammatico e particolarmente violento la città martire. Nell’anniversario della sua distruzione – ha continuato l’Alto Prelato – ci ritroviamo a dover fronteggiare ancora una volta una grave emergenza che tanto dolore, paura, smarrimento e confusione sta diffondendo e provocando nelle nostre comunità civili e anche religiose. Dobbiamo saper reagire e guardare in faccia il reale e insidioso pericolo di questa epidemia, ma dobbiamo saper sperare in quella capacità tutta nostra di reagire per ricostruire e ridare speranza in un futuro speriamo migliore alla vita ordinaria di queste nostre comunità tanto amate come la città di Cassino. Ognuno di noi deve essere responsabile e partecipe per il contenimento della diffusione di questa gravissima epidemia. E’ un grande patrimonio il valore della unità e della condivisione per poter guardare tutti avanti nella stessa direzione. La ripartenza direi è la parola d’ordine che deve motivare ogni impegno responsabile di ciascuno. Il Vescovo è vicino e spiritualmente presente, un po’ meno fisicamente perché tutti legati a quell’isolamento in casa che deve essere necessario per arginare il contenimento del Coronavirus. Siamo tutti in una condizione di estrema fragilità. A questa città tanto amata la mia particolare benedizione».
Alessandro Rea