De profundis per il Tribunale di Sora. Il Consiglio di Stato ha decretato il colpo di scure alle ultime esili speranze di salvataggio estremo della sede giudiziaria in riva al Liri. Il massimo organo giurisdizionale ha ritenuto ineccepibili gli atti e le procedure osservate dal TAR, al quale, in precedenza, il Comune di Sora si era rivolto contestando l’operato del Comune di Cassino nel periodo di trasferimento della sede.
Uno schiaffo a chi credeva ancora nel miracolo.
Ricordiamo ai nostri lettori che tutto è partito dalla riforma territoriale della giustizia firmata dal Ministro Severino e poi attuata dal Ministro Cancellieri. Tra le sedi distaccate soppresse è stata inclusa anche Sora. Per la verità, non c’è stata una ‘sollevazione di popolo ’ e a molti è parso che, solo quando i buoi erano ormai scappati, ci si è preoccupati di chiudere la stalla.
La tesi sostenuta dal Comune di Sora, inizialmente supportato anche dal Comitato degli Avvocati, era quella secondo cui il TAR avrebbe dovuto concedere la richiesta di provvedimento di urgenza teso a bloccare il trasferimento dei fascicoli a Cassino, oltre che il ricorso nel merito della questione, perché i locali di Cassino destinati a sostituire quelli di Sora erano inidonei.
Il Consiglio di Stato ha invece confermato quanto già stabilito dal TAR.
Il danno socio-economico subito dalla città è ovviamente abnorme. Nel conto, adesso, va ricompresa anche la maxi parcella dell’avvocato che ha rappresentato il Comune di Sora in quest ultimo giudizio.
Sandra Raggi