Dall’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone:
Si dice che ormai la vita di ognuno di noi è invasa dai Media. E spesso si sente dire anche che i nostri ritmi sono scanditi da tanti ( troppi? ) strumenti tecnologici, che gli individui hanno più vita virtuale che reale, che ormai le persone si incontrano e dialogano solo sui social network.
Se poi uno dei più importanti esperti al mondo di informatica medica – anticipatore da decenni dei grandi orizzonti che le nuove tecnologie ed i nuovi processi tecnologici avrebbero aperto alla medicina – figlio di un emigrante italiano, ciociaro nativo di Pofi, andato in Australia nel 1955 ( dove il figlio Enrico sarebbe poi nato nel 1960 ), in Italia per un intenso programma di Conferenze presso prestigiose Università, trova anche il tempo di tenere una “Lettura Magistrale” a Frosinone presso la nostra Azienda Sanitaria ed incontrare la comunità medica e mediatica del nostro territorio per venirci a raccontare da ‘scienziato’ come la qualità della vita e la salute pubblica può ricevere un grande beneficio in termini di longevità e di uso efficiente delle risorse, allora qualche dubbio viene. Siamo sicuri però che è davvero il caso di non perdersi questo incontro!
Chi di noi pochi anni fa poteva pensare ad una protesi venuta fuori da una stampante 3D? Oppure chi avrebbe mai immaginato un intervento eseguito da un chirurgo in ‘consolle’ a Sydney ed il malato sul tavolo operatorio a Johannesburg? Questo solo per fare alcuni esempi.
– Sono lieta di informare che il giorno 3 luglio p.v. alle ore 10.00 il professor Enrico Coiera terrà presso la Sala Teatro della ASL una Lettura Magistrale dal titolo ‘Social Networks, social media and social diseases’ – annuncia il Direttore Generale Isabella Mastrobuono – Enrico Coiera, uno dei massimi esperti al mondo di informatica medica, è professore presso la Facoltà di Medicina e professore a contratto in Informatica presso l’Università del New South Wales. E’ stato il capo della divisione ‘Clinical Compuling’ presso il Royal North Shore Hospital di Sydney dal 1988 al 1989. Si è poi trasferito nel Regno Unito per lavorare al laboratorio della Hewlett-Packard di Bristol come scienziato senior di ricerca tra il 1990 e il 1998. In seguito è tornato in Australia per assumere la sua attuale posizione presso l’Università del New South Wales a Sydney, dove è anche co-direttore del Centro di nuova istituzione per la Telematica Sanitaria.
E’ l’autore della “Guida di Informatica Medica, Internet e Telemedicina”, largamente utilizzata come testo base per molti corsi di informatica sanitaria. Le sue pubblicazioni hanno messo in evidenza l’importanza dei processi di comunicazione per la ricerca biomedica e sono state fortemente orientate ad informare la comunità clinica sull’importanza delle nuove tecnologie e sulle applicazioni delle tecniche di intelligenza artificiale per il monitoraggio dei pazienti.
Partendo dalla considerazione che i processi sociali sono alla base dei nostri stili di vita, delle nostre decisioni sulla salute e del modo con cui l’assistenza sanitaria è concepita e fornita, Enrico Coiera sostiene che l’uso dei social media nel settore sanitario ha il potenziale di cambiare non solo il modo in cui forniamo la cura, ma anche il modo in cui trattiamo alcune malattie. Essi potrebbero avere un ruolo ancora più importante nel trattamento di malattie ‘sociali’ come l’obesità, la depressione, il diabete e le malattie cardiache -.
«La medicina basata sulle evidenze – spiega Enrico Coiera – non può prescindere da un uso sempre più intenso e razionale dell’informazione e la futura società della conoscenza trasformerà radicalmente il modo di lavorare di tutti noi. Occorrerà quindi sapere utilizzare tutti gli strumenti che le tecnologie della comunicazione e dell’informazione ci metteranno a disposizione per accedere facilmente alle sorgenti di conoscenza ovunque esse siano rese disponibili nella complessa rete mondiale dei produttori delle stesse. Il problema più importante – sintetizza ancora Coiera – non è però quello tecnologico, ma quello di saper formulare, e continuamente adattare alle necessità emergenti, nuovi modelli concettuali dei problemi che siamo chiamati a risolvere nel nostro lavoro professionale».