La Procura di Roma indaga l’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito per peculato. Ma lui non ci sta e, per vendicarsi contro i compagni di partito, mette in piazza le loro magagne. Il suo successore, Franco Battistoni, lo aveva accusato rendendo pubbliche le sue spese, compresi bonifici con soldi del partito e conti correnti aperti in Spagna. E Fiorito lo ripaga con la stessa moneta, dicendo che Battistoni chiedeva rimborsi per ostriche e cene principesche.
Tutte informazioni che Fiorito ha potuto recuperare avendo gestito per due anni e mezzo il gruppo Pdl alla Regione Lazio. Ed ecco che spuntano ricevute che gli venivano presentate dai suoi consiglieri per il rimborso sulle spese dei regali di Natale. Qualche esempio: due bottiglie di Paul Goerg brut Rosé o di Taittinger Millesimée, una Magnum di Primitivo. E poi, cravatte di seta di Marinella e sciarpe lana-seta da 230 euro l’una. Sulla fotocopia della ricevuta si scriveva un “ok” e i soldi venivano rimborsati.
Lui, Fiorito, risulta già iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per aver trasferito in due anni 800mila euro dai conti del partito a quelli personali. Ma la sua tesi accusatoria nei confronti dei colleghi è quella del “così fan tutti”.
E, se in questa vicenda a dominare sono le vendette e i rancori personali, è però certo che la cultura del risparmio non sia il punto forte dei politici della Regione Lazio. Che noleggiano stampanti al costo di 3mila euro l’anno e che saldano 6mila euro per 200 coperti in ristoranti che arrivano al massimo a 170 indicando sulla brochure una disponibilità per 40 posti.
Per non parlare dei contributi assegnati ai simpatizzanti. Come i 71mila euro versati una tantum all’associazione del Viterbese “Progresso e innovazione”. Bastava indicare sull’evento “campagna di promozione territoriale delle politiche regionali in favore dei giovani” perché il partito non badasse a spese. Tanto, “così fan tutti”.