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IL PARCO FLUVIALE SAN DOMENICO INTITOLATO ALLA FAMIGLIA LA POSTA

Dall’ufficio stampa del Comune di Sora riceviamo e pubblichiamo, a firma del sindaco Ernesto Tersigni, il comunicato stampa dell’intitolazione del Parco fluviale di San Domenico alla famiglia La Posta, trucidata dai nazisti nel 1944. Ora, non resta che assicurare al parco quell’opera di cura e manutenzione prolungata nel tempo, la cui mancanza, purtroppo, ha spesso reso questo spazio praticamente inutilizzabile.

Nuovo nome per il Parco fluviale di San Domenico: la Giunta Municipale ha deliberato all’unanimità la sua intitolazione alla memoria della Famiglia La Posta. Ora l’atto deliberativo sarà inviato in Prefettura ed acquisterà efficacia dopo l’approvazione da parte del Prefetto Dott. Eugenio Soldà.

L’intitolazione racchiude in sé un grande impatto emotivo visto che la Famiglia La Posta fu vittima di un efferato eccidio perpetrato, la sera del 27 maggio 1944, da due soldati tedeschi del Reparto Cavalleria. Vennero brutalmente assassinati i coniugi Giuseppe La Posta e Giulia Gemmiti e le due figlie Elena e Maria (rispettivamente di 19 e 17 anni). La famiglia risiedeva in via Ponte Olmo all’interno dell’abitazione dove si introdussero i due soldati tedeschi con la probabile intenzione di usare violenza sulle due giovani ragazze. Al tentativo di difesa dei genitori fu compiuto lo sterminio dell’intera famiglia.

“La famiglia La Posta è rimasta nel cuore di tutti i cittadini sorani ed era giusto celebrarne la memoria – spiega il Sindaco Ernesto Tersigni – Sono grato alla Commissione Toponomastica ed al Consigliere Delegato Elvio Meglio per avere avanzato la proposta di questa intitolazione così carica di significato. Celebrare il sacrificio dei nostri concittadini vuol dire conservarne un perenne ricordo e, nello stesso tempo, trarne un insegnamento futuro, lasciando alla memoria collettiva un messaggio di pace e di non violenza. Mi auguro che quest’intitolazione possa essere letta come un input ad approfondire i reali fatti della nostra storia locale e recuperarli per le generazioni future”.