Franco Fiorito, 42 anni, uomo ambizioso che dalla ciociaria è diventato un famoso politicante del modello “Berlusconiano” che riempie le cronache di tutti i giornali. “Er Batman” di Anagni, che dall’aspetto, dal modo di atteggiarsi e dallo stile di parlare sembrerebbe più un esponente di un clan mafioso o della camorra. Lui, poverino, dopo una lunga e difficile campagna elettorale, che lo ha decretato Mr. preferenze, aveva il bisogno, prima di una bella vacanza per riprendersi dalle fatiche e poi di un SUV capiente per il suo “pancino” e la sua smart troppo piccola per le sue enormi dimensioni.
Non è l’unico ad aver usufruito dei soldi pubblici, ma anche la stessa Polverini che vuol apparire “pura” ha un suo gruppo politico e che ha avuto gli stessi privilegi del PDL. Ma davvero ci voglion far credere che nessuno ne era a conoscenza??
Secondo l’Avvocato di Porta a Porta, un certo Carlo Taormina, non è reato spendere soldi pubblici affidati a gruppi politici consiliari. Infatti è la stessa legge regionale a stabilire che in caso di spese di soldi destinati ad attività politica usati dai consiglieri per acquisti personali non devono essere restituiti!!
Questa vicenda, deve insegnare a noi cittadini a fare attenzione nel mettere la croce sulla scheda elettorale, sopratutto nel valutare un progetto e un programma politico. Non bastano promesse di assunzione, buoni pasto o buoni di benzina. Bisogna essere meno egoisti e pensare ad uno sviluppo comune che possa portare ricchezza e nuovi posti di lavoro. Aver sistemato il proprio figliolo o parente significa aver ammazzato lo sviluppo del nostro Paese e ciò non ci può far dormire sereni e con la coscienza pulita.
Il problema non si risolve con l’anti politica, ma semplicemente con delle regole e una vigilanza accurata durante le campagne elettorali. Basta a spese folli per acquistare pacchetti di voti. E’ necessario che vengano regolate le spese dei singoli candidati. I comuni devono garantire a tutti lo spazio elettorale, evitando di far sporcare ai potenti le città con manifesti, vele e gigantografie. I comuni devono richiedere un numero di manifesti ai candidati in base al numero dei tabelloni elettorali, e si fanno carico dell’affissione. Solo così, con spese controllate rese pubbliche si può davvero permettere un voto libero ai cittadini, ma sopratutto evitare di far vincere appalti ad imprenditori che magari hanno finanziato il “batman” di turno.
Ecco, garantire la democrazia in campagna elettorale, per me, è la vera antipolitica per contrastare l’attuale sistema ed evitare che gente come “Fiorito” ci governi e gli si permetta di fare la bella vita sulle spalle dei lavoratori.
Marco Urbini
Fonte: http://www.selsora.it/?p=365
Foto: http://www.selsora.it/?p=365