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Il difficile, ma necessario, ritorno alla normalità.

Si è appena chiuso un weekend irrazionale, ansioso, all’insegna del terrore puro. Bastava fare due passi in centro, ieri, per vedere occhi stralunati, facce impaurite e segnate dal sonno mancato. Non c’era la classica, frizzante atmosfera di una domenica mattina, ma un surreale panorama da ‘day after’. La consueta e rassicurante abitudine di fermarsi in prossimità dei numerosi capannelli di passanti non significa più scambiare qualche chiacchiera in libertà e spensieratezza, magari prendendo in giro l’amico juventino rimasto di stucco di fronte al missile lanciato da Totti contro la porta di Buffon, ma condividere le sensazioni e le angosce vissute in quei terribili 10 secondi. Nonostante tutto, ci si sforza di apparire normali, di sdrammatizzare l’accaduto con qualche semplice battuta. Ma niente. In men che non si dica si torna con la mente a rivivere quei lunghi attimi, a sentire nuovamente il rumore antico e spaventoso della terra, dei piatti e dei bicchieri che cadono, e ad avvertire quella dolorosa morsa allo stomaco che neanche il sostanzioso pranzo domenicale riesce a sfumare. La giornata scivola via così, tra paure e pensieri, ansie e domande. E allora, forse, questo lunedì arriva proprio al momento giusto. A pensarci bene, potrebbe essere uno dei lunedì più bene accolti degli ultimi tempi. Un lunedì che segna la fine di una due giorni surreale, vissuta pericolosamente, e che nella sua ‘incrollabile’ puntualità ci dice: “Amici, tornate a vivere. Tornate a lavorare. Tornate a sorridere!”. Ok, caro lunedì: noi torneremo a vivere, torneremo a lavorare, torneremo a sorridere. Torneremo, magari, anche ad odiarti come abbiamo fatto fino alla settimana scorsa. La normalità è forse la più difficile tra le conquiste, specialmente dopo avvenimenti come questo, e noi dobbiamo necessariamente riprendercela. Abbandonare la paura è importante, essenziale: cerchiamo di farlo subito, allora, pur nella consapevolezza che la vita è una sola e che abbiamo il dovere di tenercela cara. Allo stesso modo, però, è importante essere vicini per quanto possibile alle famiglie, per fortuna poche, che proprio in queste ore stanno scoprendo di dover abbandonare (si spera momentaneamente) la loro casa. Per loro, il ritorno alla normalità sarà più difficile del nostro.