Dal Comitato interregionale ‘Salviamo la ferrovia Avezzano Roccasecca’, a firma del presidente Emilio Cancelli e del vicepresidente Rosaria Villa, riceviamo e pubblichiamo.
“Sono sufficienti 20 cm di neve per bloccare una ferrovia ed un intero territorio? Ad una domanda di questo tipo, siamo tutti portati a rispondere: “no, non è possibile, in un Paese come l’Italia”.
Eppure lo scorso 31 dicembre 2014 quei venti centimetri di neve sono bastati a far scattare il Piano Neve di RFI che, per la ferrovia Roccasecca Avezzano, prevede la sospensione della circolazione ferroviaria e la sostituzione dei treni con autobus.
Disposizione, attuata a partire dalle 8,20 dell’ultimo giorno dell’anno, che da subito ed anche agli stessi addetti ai lavori è apparsa contraria ad ogni logica: i treni infatti – che camminano su un binario – non sono soggetti ai rischi di uscita fuori strada dei mezzi su gomma e sono i più indicati a garantire il servizio pubblico di trasporto in caso di nevicate non ingenti (che, oltretutto, nella zona sono cessate sin dalla tarda mattinata).
Ed infatti, TRENITALIA NON HA POTUTO SOSTITUIRE I TRENI CON GLI AUTOBUS (circostanza ammessa dallo stesso gruppo FS – si veda la foto allegata estratta dall’applicazione Pronto Treno alle 16,30 circa), come imposto dal Gestore della Rete RFI, a causa della presenza del ghiaccio sulle strade che, di fatto, non consentiva la circolazione in sicurezza degli automezzi sostitutivi.
Il risultato è apparso subito evidente: chi, non disponendo di mezzi privati adatti, avrebbe voluto muoversi con i mezzi pubblici è stato impossibilitato a farlo.
Non potevano mancare i paradossi.
Anzitutto, il personale di condotta del treno R 7476 Cassino Avezzano, partito regolarmente dalla città martire per giungere senza intoppi nel capoluogo della Marsica, è stato costretto a ricorrere a mezzi alternativi per poter far ritorno al deposito di appartenenza (Cassino). Inoltre nel resto della regione Abruzzo,come nel vicino Molise (colpite da nevicate ben più copiose) la circolazione ferroviaria è stata ridotta ma non sospesa ed il personale è stato impiegato per ridurre al minimo le conseguenze dannose.
Tutto ciò, per il Comitato, equivale ad una vera e propria interruzione di pubblico servizio, per la quale si sta valutando la presentazione di una formale denuncia alla Autorità Giudiziaria.
Sarebbe infatti bastato un minimo di buon senso per evitare questa incresciosa situazione e, a monte, per prevedere un piano di emergenza neve nel quale a circolare sia il mezzo meno soggetto ai rischi dei fenomeni nevosi, ovvero il treno”.