Da Fabrizio Pintori e Rodolfo Damiani, portavoce del Comitato Civico Art. 32, riceviamo e pubblichiamo.
Le ultime indiscrezioni e le voci che riguardano la redazione dell’Atto Aziendale, fondamentale per conoscere il futuro del “Ss. Trinità”, sono molto negative. Nel caso venissero confermate, sembra che una pesante scure si abbatterà sulle strutture ospedaliere provinciali compreso l’ospedale di Sora. Purtroppo, la classe politica – salvo qualche eccezione – ultimamente è stata impegnata in questioni più importanti per dedicarsi ai problemi legati alla sanità: le elezioni provinciali! Politici che eleggono altri politici per un’istituzione che secondo molti era ormai abolita.
Le forze politiche e le istituzioni della provincia, che ancora non lo avessero fatto (quasi tutte!), dovrebbero iniziare ad occuparsi con maggiore attenzione dei problemi, che quotidianamente, vivono i propri concittadini.
Mentre la politica è impegnata, l’A.S.L. porta avanti il proprio lavoro, come stabilito dalle norme attualmente in vigore e da quelle impartite dal Commissario ad Acta Nicola Zingaretti. Il Presidente della regione in più occasioni ha cercato di rassicurare sindaci, associazioni e comitati sul mancato depotenziamento del “Ss. Trinità”, ribadendo che Sora sarebbe diventato un importante polo Oncologico regionale, facendo presagire importanti investimenti, ma sembra che siano state solo promesse ed annunci. Se le indiscrezioni di questi momenti fossero vere, l’attuale Giunta regionale guidata dal Partito Democratico riuscirebbe nell’impresa di fare peggio della precedente Giunta guidata dal centrodestra.
Egregio Presidente Zingaretti se proprio vuole aiutare la sanità provinciale e quella regionale, con qualcosa di concreto, per favore si dimetta. Nel frattempo la tutela del diritto alla salute non si fermerà! Il “Comitato Civico Art. 32” continuerà a difendere strenuamente, in questa difficile battaglia, l’ospedale di Sora, soprattutto attraverso la partecipazione attiva al “Coordinamento Provinciale Sanità”, ed esercitando ogni azione che si dovesse rendere necessaria. Tuttavia, se le richieste provenienti dal territorio non saranno accolte, si percorrerà anche la strada del referendum per lasciare la Regione Lazio ed entrare a far parte dell’Abruzzo.