PILLOLE DI ECONOMIA

IL CAPITALE DI CARLO MARX BREVEMENTE COMPENDIATO DA CARLO CAFIERO

CAPITOLO II – “COME NASCE IL CAPITALE”

Nel secondo Capitolo del “Capitale” di Marx viene elaborata la formula che spiega la nascita del capitale, ovvero la sua origine.

Si legge che: “Esaminando attentamente la formula del capitale, rileva che in ultima analisi la questione della nascita del capitale si risolve nell’altra questione seguente: trovare una merce che ci dia più di quanto ci è costata;

Questa merce tanto singolare esiste davvero e si chiama potenza del lavoro, o forza del lavoro.”

In sostanza Marx teorizza che l’uomo del denaro (capitalista, borghese o imprenditore) costruisce il suo capitale grazie alla manodopera dei proletari, ovvero coloro la cui fonte di ricchezza consiste unicamente nel proprio lavoro.

“Il prezzo della forza del lavoro si calcola nel modo seguente. Si prenda il prezzo dei viveri, abiti, abitazione e di quanto altro occorre in un anno al lavoratore per mantenere la sua forza di lavoro, sempre nel suo stato normale; si aggiunga, a questa prima somma, il prezzo di quanto occorre in un anno al lavoratore per procreare, allevare ed educare, secondo la sua condizione, i suoi figli; si divida il totale per 365, quanti sono i giorni dell’anno, e si avrà quanto, ciascun giorno, si richiede per mantenere la forza del lavoro, il suo prezzo giornaliero, che è il salario giornaliero del lavoratore.”

In questa brutale e semplicistica analisi Marx analizza il giusto prezzo che l’uomo del denaro paga alla manodopera in base alle leggi e logiche del mercato del lavoro. Mercato del lavoro della sua epoca, ma oggi?

“Se il proletario vendesse non in parte ma in tutto la sua forza lavoro, allora, divenuto egli stesso una merce, cioè schiavo del suo padrone, i figli che egli procreerebbe sarebbero eziandio una merce, cioè schiavi, al pari di lui, del suo padrone; ma, alienando il proletario solamente una parte della sua forza lavoro, egli ha diritto a conservare tutto il resto, che si trova parte in lui e parte nei suoi figli.”

Marx asserisce che la differenza tra la forza lavoro del proletario ed una merce è che la prima non è venduta interamente ma in parte, per un dato tempo, cioè un giorno, una settimana, un mese, etc. Altrimenti il proletario sarebbe uno schiavo, come quelli dell’antichità greco-romana o delle epoche coloniali in Africa e Americhe.

“La legge degli scambi, esposta nel precedente capitolo, dice che una merce non si può scambiare che con un’altra del suo stesso valore, cioè che una merce non si può scambiare con un’altra se il lavoro che ci vuole per produrre l’una non è uguale al lavoro che ci vuole per produrre l’altra. Ora, il lavoro che ci vuole per produrre la forza lavoro è uguale al lavoro che ci vuole per produrre le cose necessarie al lavoratore, e per conseguenza il valore delle cose necessarie al lavoratore è uguale al valore della sua forza lavoro.”

In questo “cortocircuito” del valore per il proletario c’è una spiegazione della formula del costo della forza lavoro che l’uomo del denaro pagherà come giusto prezzo in base alle leggi del mercato.

“La forza lavoro ha la qualità singolare di rendere più di quanto costa ed è per questo, appunto, che l’uomo del denaro è andato a comprarla al mercato.”

Marx anticipa la formula del capitale. Il capitale nasce perché il rendimento della forza lavoro, o la sua produttività supera il suo costo per ottenerla e conclude il capitolo con un esempio. La produzione di filo di cotone dalla bambagia o cotone grezzo. Le risorse lavorative sono i mezzi di lavoro e la manodopera. La merce è il cotone grezzo.

In estrema sintesi

Paga 3 lire per un lavoro che ne produce 6. Utile di 3 lire per l’imprenditore, per l’uomo del denaro.

Con questo esempio teorizza la nascita del capitale

“Dunque, se in 6 ore la forza lavoro produce un valore di 3 lire, in 12 ore ne produrrà uno di 6 lire. Ecco dunque il conto, che ci indica il valore dei 10 chili di filo:

Per 10 chili di bambagia a 3 lire il chilo L. 30,00

Per consumo di mezzi del lavoro L. 4,00

Per 12 ore di forza lavoro L. 6,00

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Totale L. 40,00

L’uomo del denaro ha quindi speso 37 lire ed ha ottenuto una merce che vale 40 lire; ha guadagnato così 3 lire; il suo denaro ha figliato. Il problema è sciolto. È nato il capitale.”