Riparte da Santucci la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora mentre Marco continua a coltivare un progetto ambizioso che con la maturità dei trent’anni è vissuto e affrontato con cognizione di causa. Un progetto comune che gli ha fatto raccogliere grandi frutti e che tra qualche mese lo porterà a vivere esperienze ambite da tanti ma destinate solo a pochi.
Matrimonio consolidato dunque quello con la Globo: tra i tre anni di cavalcata dalla serie B2 alla A2, quelli dal 2007 al 2010, e il ritorno nelle ultime due stagioni segnate anche queste da una vittoria epica, oramai Santucci è alla sua sesta presenza in maglia bianco nera.
Quanto la società crede in te? e quanto tu credi nel suo progetto futuro?
“Quello che mi lega principalmente alla Globo fin dal primo giorno in cui sono entrato a far parte del club – comincia a raccontare il libero Marco Santucci -, sono gli obiettivi.
Anno dopo anno il vertice societario ha sempre fissato dei punti fermi e altri a cui mirare, e io li ho sempre condivisi in pieno.
Trovare una società che per così tanto tempo, stagione dopo stagione, continui a investire per obiettivi importanti, non è facile e io sono felicissimo e onorato di farne parte, sia della società che di qualunque progetto essa abbia. Per questo sono arrivato a firmare la mia sesta presenza perché, come nei cinque anni passati, anche per questa nuova avventura sportiva condivido e accetto il progetto della Globo che continua a combaciare con il mio. Questa coincidenza di obiettivi, di desideri, di scopi, credo sia il segreto del nostro rapporto duraturo e della stima reciproca che si è venuta a creare anno dopo anno”.
Hai raggiunto una certa e notevole maturità professionale, che giocatore sei diventato? E quanto e in che modo Sora ha contribuito in questo?
“Sento che posso ancora crescere. I miei 32 anni non sono sinonimo di piena maturità perché ho ancora tanta voglia di lavorare e migliorare sia sotto il profilo tecnico che umano. Sora nella mia crescita ha contribuito molto e continua a farlo tantissimo, senza peccare di presunzione mi sento di dire che nel corso degli anni siamo cresciuti insieme e che Sora è stata un’ottima compagna di vita”.
Per te sarà la prima volta in SuperLega come del resto per la Globo, che esordio sarà?
“Non ne ho la più pallida idea, ho solo tanta voglia di iniziare e giocare contro campioni italiani e stranieri che non ho mai avuto l’occasione di incontrare e affrontare. Sarà un grandissimo stimolo, non ho nulla da perdere ma tanta voglia di godermi in pieno la possibilità che mi è stata data”.
La curiosità più grande che hai per la prossima stagione?
“Come Marco Santucci si comporterà in questa SuperLega”.
Saluti la Serie A2 da re della seconda linea con le classifiche di rendimento stilate dalla Lega Pallavolo Serie A al termine regolar season che ti vedono sul gradino più alto del podio della stagione 2015/2016, ci fai un bilancio delle tue prestazioni in generale?
“Per rispondere a questa domanda ho bisogno di fare un passo indietro e tornare alla stagione 2014/2015 che finì male sia a livello di squadra che personale. Durante l’estate ho avuto molti dubbi sul cambio di ruolo, torno a fare lo schiacciatore con quello che ne consegue o continuo a fare il libero? La società ha avuto fiducia in me e questo nella mia mente ha fatto scattare una molla, la voglia di mettercela tutta per capire fino in fondo se potevo perseguire nella mia scelta o fare un passo indietro. Durante questa annata sportiva, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita mi sono sentito sempre in continua crescita e il bello è che sento di poter migliorare ancora”.
Questi tuoi risultati personali che contributo hanno dato alla squadra e alla vittoria finale?
“Sono più contento per quello che ho trasmesso ai miei compagni sotto il profilo emotivo che per la vittoria della classifica di rendimento, a volte la differenza la fa un sorriso o un consiglio a un compagno piuttosto che una ricezione o difesa fatta bene. Penso che alla vittoria finale abbia contribuito più il mio carattere che la mia tecnica”.
Qual’è la palla che sei stato più orgoglioso di ricevere e/o difendere? e invece quella che ti ha fatto più paura? hai qualche rimpianto?
“Come faccio ad avere rimpianti dopo una stagione del genere? Scherzo, ovviamente la sconfitta nella Finale di Coppa Italia, però ci siamo rifatti e alla grande.
La paura non fa parte delle sensazioni che provo quando entro in campo, nel corso degli anni ho capito che il modo giusto per affrontare le partite è quello di godersi palla dopo palla con lucida e serenità. Non ci sono palle recuperate in particolare, ma a detta dei miei amici e parenti più stretti in gara 5 di Finale Play Off ne ho recuperate abbastanza, forse come non ho mai fatto, e mi bastano quelle. Io ero in trance e non ricordo nulla, devo ancora realizzare al punto giusto per poter rivedere la partita”.
Il ricordo più bello di questa stagione che ti porterai nel cuore qual è?
“I miei compagni: ragazzi semplici e sempre con il sorriso sulle labbra anche nei momenti difficili, un vero gruppo con il quale ho avuto immenso piacere di condividere tutto”.
Quanto tempo hai impiegato a realizzare la grandezza dell’impresa epica che avete realizzato?
“Ancora non realizzo del tutto, ho tanta gioia dentro mi sembra di volare, è una sensazione bellissima. Voglio godermela finché dura”.
Cosa significa per te questa vittoria?
“Ci tenevo tantissimo, ho cambiato ruolo anche per raggiungere quest’obiettivo e vedere che i sacrifici fatti per anni hanno portato il loro frutto mi riempie di gioia. Ringrazio mia moglie e la mia famiglia che mi sono stati sempre vicini e penso di averli ripagati per i tanti chilometri e i tanti sacrifici che hanno fatto per me”.
Carla De Caris – Responsabile Uff. Stampa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora