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GARA D’APPALTO A FROSINONE, INDAGINI E AVVISI DI GARANZIA

Il personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri e del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell’aprile del 2011 veniva delegato dal P.M. (Dott. Adolfo Coletta) della locale Procura della Repubblica, a svolgere congiuntamente agli addetti alle Sezioni di P.G. della Guardia di Finanza e della Polizia Provinciale, articolati accertamenti tesi a verificare la correttezza del procedimento amministrativo riguardante la gara di appalto di circa 10milioni di € indetta dal Comune di Frosinone per i lavori di adeguamento  delle SR 156 e 155, nodo viario di Frosinone (strada Monti Lepini), a seguito di aggiudicazione da parte di una ditta di Sora.

L’inchiesta traeva origine tra l’altro da significative informazioni acquisite dai predetti operanti  nell’ambito delle investigazioni condotte sul noto caso FORUM. Tali risultati facevano emergere concreti  dubbi  sulla regolarità  della gara di appalto, tanto da ipotizzare l’esistenza  di accordi corruttivi  e di turbativa d’asta, ad opera del titolare  della  citata ditta  e di persone ad essa vicine, e di amministratori locali e funzionari preposti ai Lavori Pubblici.

Fin dalle prime fasi delle indagini, si scopriva che la gara era stata “pilotata” mediante predisposizione di un bando "ad hoc" e con il “posizionamento” nei punti chiave del procedimento amministrativo di complici, pertanto l'appalto veniva poi effettivamente assegnato alla citata ditta sorana. In sostanza l’intesa corruttiva veniva raggiunta tra l’imprenditore sorano e un amministratore locale del capoluogo con la complicità di persone di fiducia, di personale amministrativo del comune capoluogo, di appartenenti alla commissione di gara, di un mediatore d’affari e di impiegati e liberi professionisti vicini all’impresa edile, i quali creavano le condizioni per la provvista utile per la tangente.

Sulla scorta dei riscontri ottenuti venivano eseguite perquisizioni locali presso gli uffici comunali interessati, presso Istituti Finanziari, presso la sede dell’Impresa Edile e negli uffici di una società di comodo creata ad hoc dal professionista finanziario per giustificare le corresponsioni della tangente,  con sequestro di documentazione probatoria.

Le indagini permettevano inoltre di accertare che per il raggiungimento di tali finalità l’amministratore locale con appropriata “manovra” previa rimozione dall’incarico di un funzionario ne nominava uno di fiducia, giustificando tale provvedimento per minore capacità professionali. In ultimo, affinché l’operazione illecita non trovasse ostacoli, veniva anche di fatto esautorato dalle sue competenze funzionali  un assessore. E inoltre che gli accordi prevedevano una corresponsione di una tangente intorno al 4% sul sull’intera opera. Nel caso in esame il profitto del reato ammonta allo stato (ovvero a seguito della liquidazione dei primi tre S.A.L.) a 225mila € (corrispondente al 10% dell'importo erogato).

Il Pubblico Ministero – dott. Adolfo Coletta, in ordine a tale procedimento penale, emetteva “avviso di conclusione delle indagini preliminari” – ex art. 415 bis c.p.p nei confronti dei sette  indagati per “turbata libertà degli incanti e corruzione aggravata in concorso” (artt. 81 cpv, 117, 319 – 319 bis – 321 – 61 n. 2, 353 c.p.), ed altrettanto veniva fatto per la responsabilità amministrativa per l’impresa edile e per la società di comodo. Ed al fine di assicurare gli effetti della futura confisca è stato emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Frosinone – dott. Francesco Mancini, il “decreto di sequestro preventivo”, nei confronti del Presidente del Cda dell’Impresa Edile e dell’Impresa stessa, fino a concorrenza dei suddetti € 225mila.

Nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia Capoluogo e personale della Guardia di Finanza di Frosinone, nel corso di una coordinata operazione hanno proceduto, alla notifica degli avvisi di garanzia e  al sequestro nei confronti del titolare dell’impresa edile di conti correnti per 213.000 euro e al sequestro di una porzione di terreno agricolo sito in Sora per i 12.000 euro restanti.