Riceviamo e pubblichiamo:
“Investire sulla ricerca e la creatività, per trasformare la crisi del lavoro sociale in opportunità”. E’ la richiesta del segretario provinciale della Uil Politiche Sociali Emilio Lucidi che invita operatori e tecnici dei servizi sociali, cooperative ed associazioni a collaborare per arrivare ad nuovo welfare che vada oltre l’assistenzialismo. Le incertezze del sistema si calano sulla Ciociaria tanto da mettere in forte difficoltà l’istituto della famiglia e annullare quanto di buono è stato fatto e costruito negli anni. Si sperava nella applicazione della 328, la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali che doveva riformulare obiettivi e linee d’azione e modificare la distribuzione dei fondi verso i distretti. Purtroppo però nulla o quasi cammina in questo senso”. E’ il momento di riflettere sulla consistenza del welfare residenziale e caritatevole, che pur ha contribuito a reggere gli equilibri sociali, ma che ora non funziona più: “Il sistema pubblico arranca – sottolinea Lucidi – la politica è assente, la Regione Lazio ci riempie di bandi, contributi che non producono risultati strutturali, una classe dirigente che ha fallito il proprio compito mentre il cittadino, disorientato, non sa più cosa fare per avere assicurato il diritto a curarsi subito e bene”. Ci sono poi le categorie svantaggiate da salvaguardare: “La disabilità va guardata come una persona che vuole liberarsi dalle barriere architettoniche e culturali. La persona anziana va seguita per eliminare il rischio della solitudine. I servizi necessari devono essere la giusta risposta alle tante richieste, in primis l’assistenza domiciliare. I sindaci – chiede Lucidi – sono a conoscenza della condizione abitativa e dello stato di salute delle persone che vivono sull’intero territorio?”. Lo stato sociale ha perso la sua battaglia, lo certifica l’aumento delle povertà e delle persone escluse, la chiusura degli ospedali e lo svilimento dei servizi, la crescente disoccupazione giovanile e l’attacco ai redditi da pensione. Occorre, dunque, un immediato cambio di direzione.